L’Agropoli saluta la Serie D perdendo 6 a 1 a Bisceglie

Dopo cinque stagioni i delfini tornano in Eccellenza

Di Ernesto Rocco

Dopo cinque stagioni i delfini tornano in Eccellenza

Un’Agropoli imbottita di giovani, senza Cherillo e Tiboni, fa da sparring partner al Bisceglie nel giorno del suo ritorno in Lega Pro dopo 19 anni. I delfini, già retrocessi, al “Gustavo Ventura” giocano invece la loro ultima partita in Serie D. Il prossimo anno, salvo ripescaggi, sarà Eccellenza.

La gara ha ben poco da dire. Solo i pugliesi avevano interesse a conquistare i tre punti: i delfini, al contrario, sapevano già che sarebbero scesi in campo in veste di vittima sacrificale, per partecipare ai festeggiamenti dei padroni di casa, in una città che da una settimana aveva già indossato il suo abito migliore, rigorosamente nero-azzurro.
I novanta minuti sul rettangolo verde raccontano di tanto impegno e buona volontà da parte degli uomini di mister Sorianiello, ma i padroni di casa non hanno difficoltà a conquistare i tre punti.

A pochi minuti dal via Montaldi sblocca il punteggio per il Bisceglie e pochi istanti dopo raddoppia. Poi tocca a Diop e Lattanzio finire sul tabellino dei marcatori per il 4 a 0 con cui si va negli spogliatoi.

Alla ripresa cambia poco: il Bisceglie spinge sempre sull’acceleratore aepassa ancora con Montaldi in avvio di match, poi in rete va Cerone. A 10 minuti dal termine arriva il gol della bandiera con il quale l’Agropoli saluta la Serie D, a siglarlo è Tolino.

Al triplice fischio finale inizia la festa dei pugliesi: per l’Agropoli, invece, è il tempo di analizzare una stagione che rappresenta l’ennesimo fallimento. Dal ritorno in Serie D, infatti, le squadre allestite dal duo Magna – Volpe non sono mai riuscite a raggiungere gli obiettivi fissati ad inizio stagione.

Per il prossimo anno si parla dell’approdo in società, al fianco di Domenico Cerruti, di Walter Taccone, massimo dirigente dell’Avellino, pronto ad avviare un progetto ambizioso per la squadra. Il primo risultato utile in ottica futura, sarebbe rappresentato proprio dall’azzeramento degli attuali quadri dirigenziali.

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