Celebriamo Hemingway e « il Vecchio», il pescatore Santiago.
Sessantaquattro anni fa – era il 4 maggio 1953 – Ernest Hemingway si aggiudica la più prestigiosa onorificenza letteraria riconosciuta negli Stati Uniti. Il romanzo, il cui titolo originale è “The Old Man and The Sea”, viene pubblicato per la prima volta sulla rivista Life nel settembre del 1952, ma la sua gestazione ha radici più antiche, risalenti al soggiorno dello scrittore a Cuba, alle escursioni a bordo della Pilar, ai momenti di solitudine e riflessione accompagnati soltanto dal rumore del mare. Parte della trama è ispirata dal racconto del suo consigliere di navigazione, Carlos Gutierrez, ed Hemingway ne trae un reportage molto suggestivo, pubblicato con il titolo “ Sull’acqua azzurra” nell’aprile del 1936 sulla rivista Esquire. Sedici anni più tardi, prende corpo l’intera narrazione tutta incentrata sulla fatica, la dignità e la forza d’animo del protagonista, « il Vecchio». Quel pescatore, Santiago, diventa emblema dell’asprezza e del ruvidità di una vita che nasce e muore su una barca a vela, nella Corrente del Golfo.
«Tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri ed indomiti»
Il romanzo viene completato nell’arco di otto settimane e consegnato all’editore Scribner nel 1952.
Soltanto un anno prima, per dieci giorni o più, nell’estate del 1951, Hemingway conosce il Cilento, in particolare, Acciaroli. Lo stesso scrittore avrebbe raccontato all’architetto materano, giunto a Cuba per andare a trovarlo, del viaggio in Cilento : “Raramente sono stato nel vostro sud. Solo una volta e per puro caso. Dovevamo visitare Napoli ed incontrare un gruppo di amici che non abbiamo visto e così ci siamo messi in viaggio verso Pompei e invece ci siamo ritrovati io e Mary ad Acciaroli, un paesino di pescatori, con facce abbronzate da un sole a scorza di limone. Ricordo di Acciaroli una bella chiesetta secolare, i tetti rossi delle case, il mare azzurro spumeggiante e un buon vino che non ubriaca. E poi… beh spero di rivederla presto”.
Secondo questa suggestiva testimonianza, lo scrittore avrebbe soggiornato al secondo piano dell’ albergo “ La Scogliera” di Acciaroli, insieme alla sua quarta moglie, Mary Welsh, e al suo fidato taccuino, su cui è solito annotare costantemente tutto ciò che vede e ascolta. Affascinato dalle storie dei pescatori, li attende per ore sul porticciolo e ne ascolta le storie.
Un uomo in particolare, Antonio Maserone, soprannominato ” U’ Viecchiu”, racconta a Hemingway un aneddoto incredibile: un pesce spada del peso di un quintale che, data la mancanza di ghiaccio, giunto al mercato di Salerno, è andato già a male ed è stato bruciato. Sembra davvero possibile scorgere nel pescatore Santiago e nelle sue avventure il profilo e i racconti del cilentano Maserone. Ad Acciaroli non hanno dubbi: la vistosa insegna definisce “ paese di Hemingway” la cittadina cilentana dal 1951. Tuttavia, prove tangibili non ce ne sono: restano i ricordi degli anziani pescatori, che riescono ancora a vedere quello “straniero” passeggiare, col suo bicchiere di Amarone, fra le reti del porto, e le spoglie del vecchio albergo, ormai chiuso, che custodisce segreti che non verranno mai più svelati.