Nessun pericolo di fuga, non convalidato il fermo
AGROPOLI. Nezar Mrabet resta in carcere anche se il gip del Tribunale di Vallo della Lucania non ha convalidato il fermo, ritenendo che non vi fosse un pericolo di fuga e perché il venticinquenne si era mostrato collaborativo, confessando il delitto. Non potrà però essere sottoposto ai domiciliari, come chiesto dal suo avvocato, Antonio Mondelli, vista la gravità del reato.
Questa mattina, intanto, alle 8, è iniziato l’esame autoptico sul corpo di Marco Borrelli. I carabinieri della compagnia di Agropoli, diretti dal capitano Francesco Manna, proseguono invece le indagini per chiarire alcuni aspetti della vicenda come la presenza o meno di un complice. Lo esclude l’avvocato difensore: Mrabet non ha fatto riferimento alla presenza di altre persone durante l’interrogatorio reso davanti al procuratore capo di Vallo della Lucania Paolo Itri. E’ invece un’ipotesi presa in seria considerazione dall’avvocato Franco Cardiello che rappresenta la famiglia della vittima e che intende andare a fondo. Mentre sembra profilarsi un’accusa di omicidio premeditato, visto che l’astio da parte di Mrabet nei confronti di Marco Borrelli era noto ad amici e parenti del ventenne, l’avvocato Mondelli continua a propendere per la tesi dell’omicidio scaturito da “impeto da accumulo”: Mrabet avrebbe colpito Marco Borrelli al culmine di una lite ritenendolo colpevole della fine della sua famiglia, visto che la compagna lo aveva lasciato e ora stava con lui e che per questo si era allontanato anche dai suoi figli. Ad incidere sullo stato psicologico dell’omicida, secondo l’avvocato, anche il suo coinvolgimento, lo scorso mese di dicembre, in un incidente stradale avvenuto a Giungano nel quale perse la vita il cugino e lui stesso rimase ferito. Resta l’efferatezza del delitto e il fatto che dopo averlo compiuto, raggiunto dai carabinieri nella notte tra giovedì e venerdì dopo che i familiari avevano denunciato la scomparsa di Marco Borrelli, Mrabet aveva negato di sapere qualcosa in merito. Il corpo fu rinvenuto per caso in mezzo alla vegetazione nei pressi di un cavalcavia da una persona che portava a passeggio il cane. Nelle stesse ore i carabinieri e la protezione civile stavano battendo tutto il territorio per trovarlo.
Ieri l’omicidio del giovane agropolese è finito anche a Pomeriggio 5. Il programma condotto da Barbara D’Urso si è collegato in diretta con Agropoli. «Chiediamo soltanto giustizia per Marco, nient’altro». Ha detto lo zio di Marco, Paolo Borrelli, fratello gemello del papà Vincenzo. Il papà e la mamma, chiusi nel loro dolore, non hanno voglia di parlare. «Sono cose terribili che non devono succedere più. E’ stata una tragedia pazzesca» prosegue Paolo Borrelli, che appare ancora incredulo mentre parla della terribile sorte toccata al nipote . Una tragedia annunciata. «C’erano state delle avvisaglie perchè arrivavano dei messaggi a mio fratello e a Marco sul telefonino. Messaggi di minaccia. E non lo abbiamo potuto salvare».
Lo zio ha spiegato che Marco aveva paura di quelle minacce: «Purtroppo si è fidato di persone sbagliate, al momento sbagliato e nel posto sbagliato». Lo zio si è augurato che la morte di Marco non sia stata vana ma che possa essere di esempio per tanti altri giovani che si trovano in situazioni simili. Marco è andato incontro al suo destino consapevole dell’astio che Nezar Mrabet nutriva nei suoi confronti ma allo stesso tempo ignaro del gesto che lo avrebbe portato a compiere.
In attesa del rilascio della salma e dei funerali, questa sera si terrà una fiaccolata contro odio ed ogni forma di violenza, organizzata dalla parrocchia di Sant’Antonio, amici e familiari di Marco. Il corteo partirà dalla statua di Padre Pio in via Estate con un minuto di silenzio davanti la casa del defunto per poi concludersi in un momento di preghiera avanti la Chiesa di Sant’Antonio. L’appuntamento è nei pressi dell’agenzia delle entrate alle ore 19.45 per poi iniziare intorno alle ore 20.00.