Ieri un minuto di silenzio per il giovane durante la Via Crucis
AGROPOLI. Dopo i palloncini bianchi della frazione Moio in onore del povero Marco Borrelli, anche la Passione di Cristo, inscenata ieri nel borgo antico, apre con un pensiero rivolto al ventenne ucciso dall’Italo-tunisino.
È stato un evento religioso intenso e profondo gremito di gente che ha sottolineato maggiormente la dedica iniziale ai morti in Siria, in Egitto e l’assassinio del giovaneagropolese alla cui memoria è stato riservato un minuto di silenzio. Un minuto carico di significato che ha echeggiato nelle coscienze delle centinaia di persone accorse per la manifestazione, più di tante parole o di tanti discorsi che in questo periodo si sprecano sull’accaduto.
Il caso del ventenne ucciso per motivi passionali per mano di Mrabet Nezar, il 25enne italo-tunisino residente a Castellabate, approda a “La vita in diretta”. Il programma, in onda oggi a partire dalle 14:05 su Rai Uno, ha inviato i propri giornalisti che saranno collegati dalla casa di Marco per intervistare i familiari dello sfortunato ragazzo, tutto questo intorno alle 16:00.
È prevista in mattinata la decisione del gip in merito alla convalida del fermo per Mrabet Nezar mentre per domani mattina è fissata l’autopsia, che sarà effettuata dal medico legale Adamo Maiese. Gli avvocati della famiglia Borrelli, Franco e Damiano Cardiello, hanno fatto sapere che non verrà nominato nessun perito di parte per l’esame autoptico.
Si cerca di capire, intanto, se vi siano complici nell’omicidio. Questo resta l’ultimo rebus mentre la dinamica appare ormai chiara. Vittima e assassino si erano dati appuntamento alla Chiesa del Sacro Cuore per chiarirsi. Mrabet Nezar non accettava la separazione dalla sua ex, tantomeno che avesse una relazione con Marco Borrelli. Nella serata di giovedì scorso, parlando hanno iniziato a camminare, imboccando la strada parallela al lungomare San Marco. Il ventenne di Agropoli ignorava di andare incontro a un terribile destino. Nei pressi del parco Le Ginestre si è consumato il delitto: il 25enne ha tirato fuori un coltello e ha colpito Borrelli con un fendente al collo. I familiari non vedendolo tornare a casa la sera avevano fatto scattare l’allarme: Marco aveva inviato alcuni messaggi allarmanti. Poi il suo cellulare era rimasto muto. Lo chiamavano ma non era raggiungibile. Dopo averlo spento, Nezar lo aveva gettato in un cestino sul lungomare, dov’è stato rinvenuto dai carabinieri.