Si è votato lo scorso anno ma per la Prefettura il sindaco eletto era incandidabile
RUTINO. Fissata la data delle prossime elezioni amministrative per l’11 di giugno, la macchina della politica di paese può mettersi in moto. Tra i diversi comuni al voto, vi è un caso che potrebbe attirare l’interesse nazionale. Nel piccolo centro cilentano di Rutino si è votato nella scorsa tornata elettorale del 5 giugno che vide la vittoria di Gerardo Immerso su Giuseppe Rotolo con 60 voti di vantaggio.
A distanza di circa due mesi, però, si è presentato un problema: il neosindaco aveva una condanna con pena sospesa sulle spalle la quale, secondo la legge Severino, lo aveva reso incandidabile. Onde evitare il commissariamento, l’appena eletto primo cittadino si è autosospeso affidando le redini del comune al suo vice Michele Ferraro. La vicenda non finisce qui e infatti ad ottobre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglie il consiglio comunale ma non condanna il comune al commissariamento retto ancora oggi da Ferraro. Gerardo Immerso, dal canto suo, si è sempre difeso sostenendo di non essere a conoscenza della condanna ma che sarebbe stato comunque candidabile.
Una sequela di accadimenti che ha reso nulle le elezioni del 2016 e che ha di fatto aperto la strada a nuove votazioni con tutti i veleni che ne conseguono. A Rutino al momento c’è calma piatta ma sotto la tranquilla e fredda cenere ci sono dei carboni che ardono in attesa di prorompere in grandi e alte fiamme. Da una parte c’è addirittura chi ancora sostiene che non si andrà alle urne nonostante le decisioni di Roma mentre dall’altra parte c’è chi è già al lavoro. Sembrerebbe infatti che ci siano 3 gruppi politici distinti con mire su Palazzo di Città. Ai due dello scorso anno se ne sarebbe aggiunto un terzo composto da personaggi lontani dai giochi della politica intenzionati a portare una brezza di novità nel centro cilentano.
Un altro caso singolare riguarda il comune di Roscigno dove il 25 maggio 2014 si è votato direttamente per il ballottaggio: il risultato delle amministrative 2012 aveva visto Armando Mazzei imporsi sull’avversario Pino Palmieri per soli due voti, ne era nato un ricorso accolto dal Consiglio di Stato, che ne ha riportato il risultato sulla parità e di conseguenza l’esigenza di un voto di ballottaggio nel 2014 con la vittoria di Palmieri la cui regolare scadenza del mandato è per il giugno 2017.