Ospedale di Roccadaspide, Auricchio: nuove speranze dopo le dimissioni di Polimeni

L'accusa: "Piano Sanitario fallimentare"

Di Comunicato Stampa

L’accusa: “Piano Sanitario fallimentare”

ROCCADASPIDE. “Le dimissioni del commissario per la sanità della Campania, Joseph Polimeni, aprono un nuovo scenario e lasciano intravedere nuovi spiragli per l’ospedale di Roccadaspide”. Queste le parole del vicesindaco di Roccadaspide Girolamo Auricchio. “Polimeni – afferma Auricchio – non sarebbe dovuto essere nominato commissario per la sanità campana. Questa incombenza spetta al presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca, in quanto eletto democraticamente dai cittadini per amministrare la regione. L’incidenza della spesa sanitaria incide circa il 70% sul bilancio della Regione, quindi è giusto che la sanità venga gestita da chi è stato eletto dal popolo e non da chi non conosce il territorio e decide dalle sue stanze di Napoli, a proprio piacimento, quale ospedale chiudere e quale potenziare, in netta violazione del D.M. 70/2015 e senza tenere conto della situazione epidemiologica, orografica, del numero di abitanti per bacini di utenza, della distanza tra i presidi ospedalieri, dei tempi di percorrenza, della distanza dell’ospedale dal Dea di riferimento, dell’occupazione dei posti letto, del numero delle prestazioni, interventi e ricoveri. Il tutto sulla base di una equa ripartizione dei posti letto per provincia e bacini di utenza”.

Per Auricchio questo modus operandi ha prodotto solo un piano sanitario definito fallimentare. “Il decreto 33/2016 del commissario Polimeni – continua il vicesindaco rocchese – in quindici mesi non ha prodotto alcun risultato e non ha determinato alcun miglioramento. Il tutto a danno della sanità regionale e in particolare del nostro ospedale, unico in Campania ad aver subito un taglio di 50 posti letto su 70 effettivi, senza alcuna motivazione di ordine tecnico, economico e sanitario. Nonostante la Regione abbia avuto con il D.m. 70/2015 ben 1.424 posti letto in più da assegnare ai vari presidi della regione. Un altro fatto grave – continua – è che alcuni dati relativi ad altri ospedali ‘privilegiati’, classificati come ospedali di base con Pronto soccorso, risultano falsati e di molto superiori a quelli effettivi. L’ospedale di Roccadaspide, invece, pur registrando un alto numero di accessi al Pronto soccorso, è stato inopinatamente penalizzato e declassato. Il decreto 33 non riporta fedelmente la reale situazione dei servizi e dei reparti, visto che prevede per alcuni presidi sanitari l’apertura di servizi e reparti che sono già attivi da anni”.

L’ospedale di Roccadaspide è l’unico ad offrire assistenza a oltre 57.000 abitanti, disseminati su un territorio montano di 822 km, con una occupazione di posti letto pari a 87,37 punti percentuale. “In altre zone con meno abitanti – spiega Auricchio – vi sono strutture sia pubbliche che private o convenzionate, gratificate dal decreto 33 da numerosi altri posti letto che difficilmente vedranno la luce a causa della mancanza alla base di una seria programmazione sui contenitori dove allocare i nuovi 1424 posti. Noi non vogliamo favori – prosegue – ma alla luce della prossima rivisitazione del decreto 33 chiediamo solo una verifica attenta ed oculata dei dati e degli indicatori nel rispetto delle leggi vigenti. La nostra proposta è di mantenere tutti i reparti e tutti i servizi attualmente in funzione, con il potenziamento del reparto di Lungodegenza e l’aggiunta di nuovi posti letto di Riabilitazione, in virtù di una percentuale di anziani superiore alla media regionale. Il presidio ospedaliero di Roccadaspide si è sempre distinto per l’elevata qualità della risposta sanitaria e per le eccellenti prestazioni erogate. Non è mai stato al centro di casi di malasanità, sperperi e ruberie. Chiediamo la corretta applicazione del D.m. 70/2015, che stabilisce anche che ‘l’assistenza ospedaliera va garantita in modo omogeneo su tutto il territorio regionale, in termini di qualità, adeguatezza e sicurezza delle strutture […] con attribuzione ai presidi ospedalieri pubblici e privati accreditati le relative funzioni entro il limite di 3 posti letto per mille abitanti’. La Campania -conclude Auricchio – nell’ambito della strategia nazionale delle aree interne ha individuato 4 aree disagiate e marginali, tra cui il Cilento Interno, individuando Roccadaspide e Vallo della Lucania centri erogatori di servizi in ambito ospedaliero in quanto sede di ospedale. Il commissario, con un’azione di killeraggio, ha ignorato anche questa disposizione di legge”.

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