Angelo Quaglia attacca: uffici comunali di Capaccio Scalo come sgabuzzini per le scope

Nuove accuse del candidato di Svolta Civica

Di Redazione Infocilento

Nuove accuse del candidato di Svolta Civica

CAPACCIO PAESTUM. “Uffici comunali come sgabuzzini per le scope! Questa è la situazione a Capaccio Scalo, sede secondaria, abbandonata, che riesce a vivere di luce riflessa, solo al monumento dei poteri forti dell’ex cinema Miriam. Un mostro intoccabile, simbolo dell’abbandono e del degrado in cui è caduta Capaccio”. Parole di Angelo Quaglia, candidato sindaco di Svolta Civica secondo cui questa è “la fotografia reale di un Comune allo sfascio”.

“Un caos, con dipendenti che camminano, con sguardi assorti nel vuoto – prosegue – E poi, il capoluogo, con altri uffici nuovi, ma ammantati della stessa aria, pesante e dismessa. Senza una guida. Solo due uffici, si ergono a simbolo della sovranità. Due veri monumenti sacri. Quelli dove si assumono le decisioni importanti. Quelli capitanati dai super dirigenti di ferro: Sabelli e Greco. Due tecnici venuti da lontano, quasi, a voler imitare papa Francesco. Due mostri della tecnica e della scienza. Onnipresenti, a disegnare e decidere le sorti di un comune che arranca. Due tecnici che hanno dimenticato che a Capaccio vive una comunità di cittadini e di tecnici che vanno rispettati e trattati senza diseguaglianza. Con umanità e cortesia, ormai scomparsa. Al piano di sotto, l’ufficio tecnico. Sembra stato smembrato da una slavina, con soli due fortunati superstiti, Cristian Franco e l’ingegnere Vincenzo Criscuolo. Il resto sgabuzzini per le scope, adibiti a uffici vari, con una girandola di personale più veloce del cambio dei clienti di una giostra”.

Quaglia prende posizione anche sulla situazione dei dipendenti: “C’è chi arriva assunto da poco dalla società e chi da 15 anni, ancora non stabilizzato, precario a vita, costretto a lavorare con il fiato sul collo per scongiurare un possibile licenziamento. Queste sono le diseguaglianze, che offendono la dignità di chi lavora da anni, senza la certezza e la speranza di un giorno migliore. Un vero e proprio cimitero dei servizi, dove la professionalità è scomparsa, l’educazione si è trasferita e la voglia di lavorare si è sopita. Un dramma umano, per chi vi lavora, una sciagura, per chi deve recarvisi per adempiere i propri doveri di cittadino. Un macabro biglietto da visita, accattivante, come quelli che pubblicizzano le pompe funebri. Sembra una città metropolitana il nostro comune, con tante sedi e tanti uffici distaccati. Un labirinto, per i nostri concittadini, che prima di partire da casa devono ricorrere al navigatore dell’auto per trovare quello giusto”.

“Del resto, in cinque anni i naufraghi Schettino, avevano altro da pensare – prosegue il candidato di Svolta Civica – O si era dal notaio, per raggiungere la firma utile per sciogliere il consiglio comunale e mandare a casa Voza, o si era impegnati a consegnare medaglie alle feste di borgata. Che volete, una giornata, non è poi così lunga da permettersi di fare tutto. Erano invece sempre presenti i naufraghi, quando si trattava di dare posti a mariti e mogli, di nominare il nuovo dirigente Catarozzi, mandato poi in esilio, nella palazzina della stazione di Paestum. Erano presenti, a nominare l’addetto stampa Caramante, a mandare al consorzio farmaceutico il benestante operatore balneare Mauro Gnazzo. Erano presenti, quando si è speso circa un milione di euro per le cupole che sono all’attenzione del programma televisivo, chi L’ ha visto, perché svanite. Erano assenti, quando i cittadini rompevano gomme e ammortizzatori nelle buche delle vie mulattiere che attraversano Capaccio. Erano assenti, quando la Soget, ingiungeva pagamenti iniqui a cittadini sbigottiti e trattati da sudditi. Ne hanno fatta di strada i naufraghi Schettino”.

“Sono riusciti in cinque anni, a far perdere il sorriso a questo paese – conclude Quaglia – Sono riusciti, però, a far nascere dalle costole di questa amministrazione “coesa e propositiva” tre candidati sindaci, ognuno nuovo e senza colpe”.

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