È stato investito sulla A3
SANT’ANGELO A FASANELLA. Rose rosse e nebbiolina sulla bara del giovane Antonio Beneventano, il 45enne che venerdì scorso ha perso la vita in autostrada, tra gli svincoli di Eboli e Campagna, prima tamponato da un’auto e poi travolto da un’altra. Il rito funebre, officiato da don Ivan Sarto e don Mimmo Rossi, si è svolto nel pomeriggio di mercoledì 22 nella chiesa Conventuale di San Francesco a Sant’Angelo a Fasanella, il borgo degli Alburni che tanto amava.
Amici, parenti, conoscenti, in tanti hanno voluto rivolgergli il proprio ultimo saluto tra un silenzio meraviglioso e composto, occhi gonfi di lacrime, il cuore triste ed una rabbia che non trova pace. «è spiegabile tutto questo?» le parole che la sorella Mariapaola ha rivolto a don Ivan. «No, non lo è. Ma l’unica arma che abbiamo per andare oltre questa bara è la preghiera – risponde don Ivan che per il rito ha scelto la lettura dal Libro della Sapienza, cap.4 vers 7-19, “la morte prematura del giusto” e dal Vangelo di Giovanni 11, 27 – Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto» (Gv 11,21).
«Non è facile trovare le parole giuste di consolazione. Potrei citare molte immagini poetiche ma ora non servirebbero. La rabbia si scontra con la fede, come dice Marta a Gesù “Dio, ma dov’eri? Perché non hai protetto mio fratello?” ma la domanda è: dov’è Dio o perché accade tutto questo? Ebbene, “Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo”». Le parole di don Ivan invitano a credere per sfatare il momento tragico, nonostante la rabbia, il dolore, «Noi dobbiamo credere per non avvilirci. Non restituiremo Antonio a papà Beniamino, a mamma Carmelina e alla sorella Mariapaola. Ma tra noi e la famiglia c’è un legame del cuore. Condividiamo Antonio con l’amicizia, la fratellanza. Un giorno comprenderemo il disegno di Dio ma non oggi, oggi è il giorno della riconciliazione nella fede e nell’amore fraterno». Antonio è stato sepolto nel cimitero di Sant’Angelo a Fasanella.