Contestato il piano ospedaliero
Impugnato il decreto che approva definitivamente l’atto aziendale della Asl di Salerno e richiesta la sospensiva di tutti gli atti prodotti dalla Regione e dalla Asl di Salerno al Tar della Regione Campania. Impugnati, quindi, per illegittimità derivata tutti gli atti collegati al Piano ospedaliero.
Dopo la fiaccolata dello scorso 17 febbraio, il Comitato per la salute pubblica della Valle del Sele, la Fisi e i dipendenti-utenti dei presidi ospedalieri della Valle del Sele (Carmine Rufo, Rolando Scotillo, Vito Mirra e Cosimo Pagano) hanno inteso impugnare l’atto definitivo di approvazione dell’atto aziendale della Asl di Salerno che mortifica i cittadini della intera Valle del Sele. 230.000 abitanti afferenti ai Distretti sanitari di riferimento che arrivano ad oltre 300.000 abitanti, se si contano gli ambiti sociali in cui insistono gli ospedali, a cui non viene riconosciuto come sarebbe spettato un presidio DEA di I livello come Nocera e Vallo della Lucania, ma a cui residuano 4 ospedali “ibridi” e di complessità inferiore e con 400 posti letto in meno.
“Questo piano – dichiara Rolando Scotillo, responsabile Fisi – non piace ai cittadini, piace solo a quella parte della politica che lo ha approvato e con essa a quei sindaci che fanno uso del cambio bandiera fregandosene di tutelare gli interessi della popolazione che governano. Qualche sindaco dovrebbe spiegare, invece di fare mediazioni a ribasso, perché non ha preteso quello che spettava al territorio e perché non si è costituito insieme al Comitato, insieme alle associazioni cittadine, insieme alla FISI ed insieme al sindaco di Roccadaspide. Anche qualche sigla della dirigenza medica, si incomincia a preoccupare e teme che ci siano solo chiusure e rideterminazioni di servizi a ribasso, ed intanto la politica tace, i sindaci tacciono e la domanda sorge spontanea…che si siano già venduti il territorio per 30 denari? Noi intanto, fino alla fine, tuteleremo il nostro territorio e nel caso all’esito della sentenza avessimo ragione, tanti politici dovranno spiegare alla popolazione i tanti perché rimasti senza risposte”.