Sindaco campano denuncia: ‘Espulso da Turchia con sequestro fascia’

Massimiliano Voza racconta, arrestato per solidarietà con curdi

Di Ansa

Massimiliano Voza racconta, arrestato per solidarietà con curdi

“Sono stato arrestato ieri sera all’aeroporto di Istanbul e poi espulso per surreali ‘motivi di sicurezza’. Mi hanno sequestrato e non restituito sia la fascia tricolore che il cellulare istituzionale”. A raccontarlo è Massimiliano Voza, sindaco di Santomenna, appena rientrato in Italia: è uno dei primi cittadini che hanno sostenuto le iniziative per il popolo curdo e conferito la cittadinanza onoraria a leader del Pkk Abdullah Ocalan, in carcere da 18 anni.

Secondo quanto riferito dal Comitato “Napoli per Kobane”, Voza è stato arrestato “per il semplice fatto di avere un biglietto per la città di Diyarbakir e malgrado abbia immediatamente esplicitato di avere un ruolo istituzionale in Italia (aveva con se anche la fascia tricolore)”.

“Sono stato interrogato e trattenuto per una notte intera senza motivo insieme ad altre quattordici persone dalle più svariate provenienze prima di essere espulso. Mi è stata negata anche la telefonata al consolato italiano, che si era intanto autonomamente attivato su iniziativa della Farnesina. Mi hanno sequestrato e non restituito sia la fascia tricolore che il cellulare istituzionale”, racconta Massimiliano Voza: la sua professione è quella di cardiochirurgo ed ha esercitato volontaristicamente questa attività in condizioni di fortuna anche nell’ospedale di Kobane, in una città semidistrutta, subito dopo la liberazione dall’Isis. Oltre a collaborare con la luna rossa curda aveva portato in Rojava quasi 30mila euro di farmaci raccolti con una colletta di Legambiente come attivista della campagna Rojava Calling. Si è recato in Turchia come osservatore internazionale, invitato dai parlamentari curdi, nella campagna che porta al referendum presidenziale.

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