Basket Agropoli inaccettabile, occorre rispetto per i tifosi

Di Bruno Marinelli

Prestazioni sempre più vergognose, allenatore in confusione, strategie sbagliate. Adeguarsi però. sarebbe una sciagura ancora peggiore

Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Questo è quanto viene in mente ad analizzare ciò che sta accadendo al Basket Agropoli. Il problema è che ormai la misura dell’accettabilità delle prestazioni di questa squadra è stata ampiamente superata. Venerdì sera al Pala Ferraris sembrava essere scesa sul parquet una squadra di minibasket, oscena nelle percentuali al tiro, senza personalità e spina dorsale per usare un eufemismo. Si dirà, ”Casale viene da 5 vittorie, Roma era Roma, così come Scafati era Scafati”. Quindi ad ascoltare i discorsi di quelli che pensano che la Serie A2 nazionale sia la coppa dell’amicizia, ci si verrebbe da chiedere provocatoriamente, ”ma il Basket Agropoli che gioca a fare?”. Siccome l’arrendevolezza nella concezione di chi vi scrive, almeno nello sport non dovrebbe esistere nè in cielo, nè in terra, si preferisce cercare di capire ancora quali sono le risposte tecniche a ciò che finora è una stagione disatrosa.

Il problema è che il primo che dovrebbe fornire delle risposte, dovrebbe essere il responsabile tecnico della squadra, ossia l’allenatore. Alex Finelli ad ascoltarlo in conferenza stampa, ripete solo le stesse cose. Sono dichiarazioni in fotocopia zeppe di ”lotteremo, ci rifaremo”. In realtà anche un bambino neonato vedrebbe come la squadra non stia nemmeno lottando. A parte ciò, quello che abbiamo visto venerdì ha aggiunto un altro tassello. Finelli ha in modo indiretto criticato la società (che incredibilmente non lo esonera dopo 12 sconfitte consecutive), lodando l’organizzazione di Casale e ha chiesto un altro giocatore. Sebbene in ogni posizione esista un minimo di verità, l’allenatore avrebbe dovuto dimettersi già diverse partite fa. Non c’è mai stata un minimo di autocritica da parte del tecnico bolognese, per questi disastri senza attenuanti. Eppure le sue colpe sono evidenti. In primis la gestione di alcuni giocatori, fatti fuori come Lucarelli, messo fuori squadra dopo una buona media iniziale e poi ceduto, Molinaro considerato da qualcuno finito e tra i migliori in campo domenica con la casacca di Ferrara, ed altri come Turel allontanati per inseguire, (e di questo è colpa anche della società) la chimera che basta cambiare 3 giocatori per salvarsi. La verità che appare chiara è che Finelli, (in rotta con l’ambiente) non ha più il polso di questa squadra, nè dal punto di vista tecnico nè della gestione dello spogliatoio. Da qualsiasi altra parte in una situazione del genere sarebbe stato gentilmente accompagnato alla porta, ma evidentemente qualcuno pensa che ad Agropoli ci sia l’Eldorado e quindi sia normale prendere i quarantelli ogni partita.

Si può anche retrocedere, però quest’idea che siccome si è al secondo anno di Serie A possa accettare queste figure non esiste. Un grande ringraziamento alla società per aver portato la città sportivamente a questo punto, ma chi pensa che l’allenatore non sia colpevole, se ne vada insieme a Finelli. Intanto arrivano i freddi numeri a fotografare la realtà. Da domenica il Basket Agropoli è quasi sicuramente non sopra i playout. Ferentino continua ad essere a +8, quindi ormai irraggiungibile, la Viola ha vinto e sta al +4 (che è come se fosse un +6 per la differenza canestri), Scafati è al +2 (che è come fosse al +4 per gli scontri diretti).

Salvare la stagione è ancora possibile per la matematica, ma ciò non avviene se non si salva prima la faccia. Il rischio di consegnarsi all’amaro destino è alto, ma se non si fa nulla per evitarlo, si è complici di ciò che avviene ed allora recriminare non avrà più alcun senso. Occorrerebbe un po’ più di rispetto anche per i tifosi che vengono ai palazzetti, dato che tirano fuori i soldi, sia nelle partite in casa, ma anche in lunghe trasferte, macinando chilometri. Sono loro gli unici a salvarsi in questa stagione difficile. Gli va fatto un grande plauso, anche solo per i sacrifici che compiono.

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