Armando e Maria Francesca furono uccisi in maniera feroce nel gennaio 2012
ALBANELLA. Dopo l’annullamento in Cassazione della sentenza di condanna per Cosimo Marsico e Radouane Halimi, ricomincia il processo per il duplice omicidio di Armando Tomasino e Maria Francesca Lamberti. Era il il 2 gennaio del 2012 quando i due furono uccisi a coltellate nella loro abitazione di contrada Fravita. L’uomo fu colpito 37 volte, l’esame del medico legale rilevò ferite al torace, all’addome e al fianco sinistro; sulla donna furono rilevate 35 ferite, sul dorso e all’addome.
A scatenare la furia omicida sarebbe stata una partita di rame e ferro, di cui Marsico avrebbe rivendicato dal rigattiere Tomasino un pagamento che tardava ad arrivare. Ieri il suo difensore, Francesco Saverio Dambrosio, ha ottenuto che siano approfonditi i contatti telefonici che potrebbero scagionarlo, individuandolo nell’ora del delitto (le 17.30) in un luogo diverso da quello dove la coppia fu assassinata. Già nel corso del primo processo era emerso che tra le 17 e le 18 erano partite dal cellulare dell’uomo alcune telefonate che avevano agganciato la cella di Capaccio, ma la più lunga risultò effettuata dalla moglie e i giudici conclusero che quel pomeriggio il telefono fosse in uso a lei, mentre il coniuge era altrove. Il difensore ha chiesto invece che sia ascoltato anche l’interlocutore della telefonata precedente, che si ritiene abbia parlato con l’imputato.
Ieri la Corte d’Assise d’Appello, dopo circa quattro ore di camera di consiglio, ha detto sì a nuovi teste e all’acquisizione di nuovi tabulati telefonici. Si tornerà in aula venerdì prossimo, quando il nuovo testimone sarà chiamato a rispondere alle domande del sostituto procuratore generale e degli avvocati Dambrosio e Gerardo Cembalo, difensore di Halimi.