“Il mare del Cilento va liberato dalle Monobarca”
La Commissione europea, in risposta ad una interrogazione dell’europarlamentare Nicola Caputo sulle problematiche dei piccoli pescatori cilentani, ribadisce che “L’uso di attrezzi trainati è vietato entro una distanza di 3 miglia nautiche dalla costa. Inoltre, tali attrezzi sono vietati entro una distanza di 1,5 miglia nautiche dalla costa, indipendentemente dalla profondità. Questa serie di norme è destinata a riservare una parte della fascia costiera agli attrezzi selettivi utilizzati dai piccoli pescatori, al fine di proteggere le zone di crescita e gli habitat sensibili nonché favorire la sostenibilità sociale della piccola pesca”.
Lo rende noto Nicola Caputo parlamentare europeo del Pd e membro della Commissione pesca (PESCH) – Dunque – insiste Caputo – il mare del Cilento va liberato dalle cosiddette imbarcazioni Monobarca, ‘predatori del mare’ che utilizzano tecniche e strumenti incompatibili con l’ecosistema marino e che arrecano danno al lavoro di tantissimi operatori del settore e pescatori locali. –
Inoltre l’europarlamentare Nicola Caputo rende noto che, – La Commissione europea ha varato una direttiva per migliorare le condizioni di lavoro dei pescatori in mare, disincentivare la pesca illegale e garantire la salute e la sostenibilità del settore della pesca. La direttiva conferisce efficacia giuridica ad un accordo negoziato dalle parti sociali europee per l’attuazione della Convenzione sul lavoro nel settore della pesca dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). La direttiva – continua Caputo – è intesa a migliorare le condizioni di lavoro dei pescatori in mare, disincentivare la pesca illegale e garantire la salute e la sostenibilità del settore della pesca. Intanto – conclude l’europarlamentare Nicola Caputo –mi attiverò per sollecitare tutte le procedure possibili perché le regole europee siano fatte rispettare. Sarò, come sempre, al fianco dei pescatori di tutta la costa a tutela del mare e della economia locale affinché si metta fine a questa pratica lesiva dell’ecosistema e del lavoro di tantissimi operatori del settore”.