Continuano le indagini: si cercano ulteriori complici e la refurtiva
VALLO DELLA LUCANIA. Si conferma un colpo pianificato nei minimi dettagli quello che ha permesso ad otto malviventi appartenenti ad un gruppo rom rumeno di mettere a segno il furto del tesoro di San Pantaleone. Lo hanno confermato gli inquirenti nel corso di una conferenza stampa organizzata questa mattina presso la Procura di Vallo della Lucania. Cinque gli arresti eseguiti, ma proseguono le indagini per arrivare a tutti i componenti della banda e soprattutto per recuperare la refurtiva.
Ad agire una banda di professionisti
I malviventi erano organizzati in modo professionale: già alcuni giorni prima del furto sono giunti a Vallo della Lucania per fare un sopralluogo e per preparare tutto. La notte tra il 31 gennaio e l’1 febbraio si sono presentati dinanzi la cattedrale, con un piede di porco hanno forzato la porta della sacrestia, quindi sono entrati dentro e in appena tre minuti hanno rubato l’oro del Santo Patrono. Durante il colpo sono state messe fuori uso le telecamere di videosorveglianza, bucate le ruote di 13 auto per evitare inseguimenti e per la stessa ragione spostate le fioriere per bloccare l’accesso alla piazza.I ladri subito dopo il furto sono partiti alla volta della Romania dove sono rientrati 14 ore dopo il colpo.
Le indagini
Le indagini della Procura di Vallo della Lucania, dei carabinieri della locale compagnia e del comando Provinciale sono state repentine e hanno visto la collaborazione anche della Polizia Rumena. Fondamentali sono state sia le immagini delle telecamere, sia l’individuazione dei telefonini di malviventi, grazie alle quali è stato possibile verificare gli spostamenti del gruppo attraverso l’analisi delle celle a cui si sono agganciati i cellulari. Anche in territorio rumeno sono stati importanti i filmati acquisiti dalle videocamere perché hanno permesso di individuare tre di loro all’interno di un Compro Oro mentre tentavano di smerciare la refurtiva.
La refurtiva
Gli inquirenti confermano che gran parte della refurtiva è tutt’ora in territorio rumeno. Un’altra parte, seppur minima, è stata riportata in Italia per dinamiche interne alla banda. Due componenti del gruppo criminale sono rientrati domenica all’aeroporto di Bari, da qui si sono diretti a Cosenza dove è avvenuto il sequestro. Si è speranzosi di riuscire a recuperare l’intero bottino. Il comandante del reparto operativo provinciale dei carabinieri Enrico Calandro e della compagnia di Vallo della Lucania, Mennato Malgieri, hanno sottolineato l’importanza della tempestività delle indagini che hanno permesso di arrivare agli arresti appena venti giorni dopo.
Nessun basista
In queste ore sono in itinere ulteriori perquisizioni ed e altre due misure cautelari. Si punta ad individuare altri responsabili mentre è esclusa l’ipotesi di un basista: i malviventi, infatti, conoscono la zona, sono stati fermati più volte in Provincia di Salerno e non si esclude che possano aver commesso anche altri furti in questo territorio
I nomi degli arrestati
In manette sono finiti: Cutitar Marius, 33 anni, Lacatus Andrei Ciprian, 20 anni, Ciurar Calin, 30 anni, Calin Angelo, 32 anni, Ailaghi Florin Vandan, 32 anni.
La polemica sulle telecamere
Nei giorni successivi al furto erano emerse numerose polemiche sulle telecamere di videosorveglianza del comune. Il comandante della compagnia carabinieri vallese, Mennato Malgieri, ha precisato in conferenza stampa che le stesse presentavano dei malfunzionamenti. I militari hanno però potuto far riferimento ad alcuni autovelox della zona e alle videocamere dei caselli autostradali, fondamentali all’individuazione dei banditi.