L’organico necessita di rinforzi. La situazione rischia di precipitare.
Continua purtroppo la stagione finora del tutto scadente del Basket Agropoli. Adesso le sconfitte consecutive hanno addirittura superato i punti in classifica. Una situazione drammatica sportivamente parlando, che rimane viva più per i demeriti delle altre squadre che per meriti propri. Di ciò ce se ne rende conto ogni domenica che passa, con le squadre avversarie che vengono al PalaCilento in pantofole a vincere le partite da oltre due mesi.
Si dirà, (anzi già si è detto) che la Virtus Roma era decisamente più forte dei delfini, che aveva più rabbia (gioca una pallacanestro aggressiva tanto da esaurire il bonus falli dopo 5′ del primo quarto), che i giocatori cilentani non hanno grinta e determinazione (in parte è così), ma la verità scomoda e purtroppo evidente, che in pochi hanno il coraggio di vedere, è che questa squadra presenta problemi dal punto di vista tecnico estremamente gravi.
Il Basket Agropoli di oggi si regge esclusivamente su un solo giocatore, Kevin Langford e su qualche buon punto di Carenza, con Santolamazza a dare il buon esempio. Il resto della rosa appare non all’altezza almeno per quanto visto finora di giocare un campionato di Serie A2. Al punto che anche il direttore sportivo Di Sergio, ieri sera in conferenza stampa ha rilasciato dichiarazioni piuttosto onorevoli in cui si è assunto la responsabilità della situazione tecnica della squadra: “Obiettivamente abbiamo delle difficoltà, a cui stiamo cercando di porre rimedio. Capisco il sentimento dei tifosi, di tutti coloro che ci hanno sempre seguito con attenzione e passione, perché è lo stesso sentimento nostro, aumentato dal fatto che non riusciamo a trovare una via risolutiva. Il mercato è più difficile quest’anno, i giocatori che si muovono sono pochi e altri hanno detto no. Noi abbiamo la volontà di rinforzare la squadra e se in questa fase finale del mercato dovesse prospettarsi qualche occasione, siamo pronti a fare la nostra parte per rimediare gli errori che sono stati fatti, in primis quelli del sottoscritto perché le scelte tecniche della società sono state prese da me o comunque avallate. Il responsabile principale, se non l’unico, della situazione tecnica sono io, per cui sento molto il peso di questa responsabilità e fino all’ultimo non mi arrenderò, così come non si arrenderà la squadra che sta facendo il massimo”.
Tuttavia le responsabilità tecniche contrariamente a quanto sostenuto dal ds non ci paiono di una sola persona. Un ruolo in questo spetta anche all’allenatore. Un coach Finelli che non è stato finora in grado di creare una connessione proficua con la tifoseria, a differenza di quello che accadeva con Antonio Paternoster. Non che sia una colpa insormontabile, perchè ognuno ha il suo carattere. Tuttavia la gestione di alcuni giocatori lascia francamente perplessi. Lucarelli su cui all’inizio si è puntato è stato sempre di più messo ai margini della squadra ed è stato ceduto, così come Turel e Molinaro, andati via pure loro. Impossibile pensare, che in queste mancate sostituzioni effettuate dal punto di vista dell’organico l’allenatore non c’entri nulla, essendo il responsabile tecnico della squadra. Ieri la Virtus, che è una squadra si che punta ai playoff, era un roster totalmente rimaneggiato, zeppo di ragazzini senza Chessa e Benetti, non ha avuto nessun problema durante la gara, nonostante questa partita potesse essere quella della svolta. Francamente, questo disarmo a cui assistiamo da troppe domeniche va interrotto in ogni modo. Il rischio concreto, è quello di fare la fine di Barcellona lo scorso anno.
Non lo merita la città, non lo meritano i tifosi. 8 giornate decisive da qui alla fine, ma con questo organico si fa troppo difficile. Ci auguriamo che si faccia uno sforzo ancora maggiore per rinforzare la squadra. Tutti, anche gli altri colleghi, avrebbero voluto scrivere diversamente riguardo il Basket Agropoli, però esiste anche la realtà e purtroppo fotografarla non significa remare contro, bensì chiedere uno sforzo maggiore per salvare la categoria e la faccia. La matematica non condanna Agropoli, ma l’arrendevolezza che potrebbe arrivare in queste situazioni rischierebbe di regalare una retrocessione amara ai delfini.