Sindaco propone l’adesione allo Sprar: così combattiamo la crescita zero
MONTEFORTE CILENTO. Lo aveva proposto Beppe Severgnini dalle colonne del New York Times, poi l’idea è stata rilanciata dalla Cgil ed ora fatta sua dal sindaco di Monteforte Cilento, Antonio Manzi, preoccupato per lo spopolamento delle aree rurali ed interne del territorio.
L’idea sarebbe quella di usare i fondi europei e governativi per riallocare le famiglie di migranti, che da anni continuano a centinaia a sbarcare sulle spiagge, in quei paesi dell’entroterra ormai svuotati dall’emigrazione verso le città o verso l’estero.
Ecco perché Manzi sta valutando di aderire allo Sprar. In realtà questa sarebbe già più di un’ipotesi per il primo cittadino, se non fosse che prima di decidere sarà costretto a confrontarsi con alcuni consiglieri comunali e con i cittadini che vedono tutt’ora con diffidenza e preoccupazione l’arrivo di migranti sul territorio.
Eppure l’adesione allo Sprar (acronimo che indica il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) avrebbe notevoli vantaggi: il comune non diventerebbe meta indiscriminata di profughi, ospiterebbe principalmente famiglie e potrebbe attuare un progetto di accoglienza ed integrazione. Ma c’è di più: “I migranti – spiega Manzi – potrebbero ripopolare un territorio a crescita zero, riformare il nostro tessuto sociale e tornare ad eseguire lavori che oggi si ritengono umili e nessuno svolge più”. Infine c’è anche una motivazione sociale: “ricevere gli extracomunitari rappresenta un modo per far bene al prossimo”, evidenzia il primo cittadino.
La proposta di Manzi, sindaco al suo terzo mandato consecutivo (nel 2016 fu eletto con 297 preferenza contro le 39 della sfidante Giovanna Rossi), fu avanzata già nel 2015 dal deputato Pd Simone Valiante. Quest’ultimo evidenziò come “i profughi possano diventare una straordinaria opportunità di sopravvivenza per i piccoli Comuni del nostro Paese, realizzando una integrazione che aiuti i nostri servizi, a cominciare dalle nostre scuole e magari a riprendere una serie di attività, a cominciare dal recupero dei tanti terreni incolti”.