Tra quelli aderenti al Piano di Zona in 13 hanno espresso parere favorevole
Sprar si, sprar no. Questo l’interrogativo delle ultime settimane che si pongono amministratori e cittadini. Il dilemma riguarda l’opportunità o meno di aderire ad un progetto di accoglienza dei migranti così come chiesto dalla Prefettura. I comuni che aderiscono avranno alcuni vantaggi come la possibilità di ospitare un numero predefinito di profughi sul proprio territorio (3,3 ogni mille abitanti) e avviare progetti di integrazione. Ovviamente, però, una volta dato il loro assenso gli enti non potranno più sottrarsi ai loro compiti di ospitalità. Alcuni comuni sono favorevoli a questa scelta, sia per evitare arrivi indiscriminati di extracomunitari, sia per favorire il ripopolamento soprattutto delle aree interne. Altri, invece, hanno risposto con un secco “no” adducendo problemi soprattutto di sicurezza.
Il Piano di Zona S8 ha deciso di recente di aderire al progetto Sprar con un programma per l’accoglienza e l’integrazione dei profughi. Ciò significa che nei territori dei 36 comuni che ne fanno parte verranno distribuiti i richiedenti asilo che la Prefettura assegnerà all’ente tenendo conto della clausola di salvaguardia di 3,3 immigrati ogni mille abitanti. Non tutti i sindaci, però, hanno detto sì alla proposta e nella giornata dello scorso 7 febbraio, nel corso di un’assemblea, hanno manifestato il proprio dissenso.
Tredici i sindaci o loro delegati favorevoli alla proposta, mentre sette l’hanno rigettata. Casal Velino si è astenuto dalla votazione; il comune retto dal sindaco Silvia Pisapia ha evidenziato che sul territorio già c’è un progetto per la gestione in proprio della questione dei richiedenti asilo; qui, infatti, è presente una comunità alloggio che dà ospitalità a minori stranieri. Sulla stessa linea Ceraso, pronto ad avviare un progetto in proprio.
Tra gli altri contrari, invece, ci sono Omignano, Castelnuovo Cilento, Castellabate, Sessa Cilento, San Mauro Cilento, Perdifumo.
La contrarietà di Omignano è dovuta ad alcune perplessità: manca un progetto di accoglienza e non è chiarito se vengano o meno coinvolti i comuni con meno di 2000 abitanti. Il comune retto da Emanuele Giancarlo Malatesta, infine, ha evidenziato di non avere strutture ricettive. Per quest’ultimo motivo ha detto no anche Sessa Cilento. Duro il commento del sindaco di Castelnuovo Cilento Eros Lamaida: “Si tratta di un piano di accoglienza calato dall’alto, imposto dall’alto, senza un minimo di concertazione con i territori e i piccoli comuni in particolare”. “Un piano di accoglienza – prosegue Lamaida – che aggiunge solo sofferenza a sofferenza, disperazione a disperazione, assenza di risposte ad assenze di risposte. Un piano di accoglienza che è solo un misero scaricabarile sulle spalle dei Sindaci in perenne affanno nel tentativo di dare opportunità lavorative ed abitative, culturali e sociali ai propri concittadini / residenti, italiani o di origine straniera che siano”. “Il mio cuore è rosso e piange e sta con gli ultimi, tutti gli ultimi – conclude il primo cittadino di Castelnuovo Cilento – ma non accetta imposizioni, ricatti e ” soldi” per progetti dal respiro corto”.
Ulteriore dissenso quello di Castellabate con il primo cittadino Costabile Spinelli che ha sottolineato la scarsa chiarezza del progetto.
Il si, invece, è arrivato da Agropoli, Ascea, Cicerale, Laureana Cilento, Lustra, Moio della Civitella, Montecorice, Novi Velia, Orria, San Mauro la Bruca, Torchiara e Vallo della Lucania. Assenti gli altri comuni.