Ancora polemiche dei commercianti sulla Ztl
VALLO DELLA LUCANIA. “Isola pedonale si, isola pedonale no”. Il dibattito sembrava chiuso da quando, nei mesi scorsi, l’amministrazione comunale incontrò i commercianti con i quali si giunse ad un accordo per la gestione della Ztl in centro. Nell’ottobre scorso infatti, fu disposta con un’ordinanza firmata dal comandante della polizia municipale, la soppressione della ZTL in corso Gioacchino Murat ed in Piazza Vittorio Emanuele II, fino all’intersezione con via Alessandro Pinto. Questa precedentemente era disciplinata con decorrenza dalle 18 del sabato alle 24 della domenica e dei giorni festivi.
Oggi, a distanza di tempo di un anno e mezzo dall’inaugurazione della nuova piazza, la polemica prosegue. Per i negozianti del centro, infatti, l’isola pedonale è la principale cause della crisi del commercio e non ne fanno mistero. Da alcuni giorni, infatti, in diverse attività di piazza Vittorio Emanuele e delle vie adiacenti stanno comparendo dei cartelli con su scritto “Questo negozio è per l’apertura della piazza”.
La polemica va avanti, dunque, ma non è un caso. Basti pensare che ad Agropoli, dove l’isola pedonale è attiva da circa quindici anni, tutt’ora c’è un acceso dibattito tra i commercianti che ritengono la chiusura del centro cittadino un’iniziativa deleteria per il commercio e sporadicamente salta fuori chi propone all’assessore di turno la sua riapertura.
Dunque non c’è da stupirsi se a Vallo della Lucania, a meno di due anni dall’inaugurazione della piazza, si chieda ancora l’abolizione della Ztl. A ciò si aggiunga che già prima che la nuova piazza fosse completata c’era chi diceva no all’isola pedonale.
L’amministrazione Aloia nel 2013 fece capire chiaramente che le sorti del commercio vallese non sarebbero certo state risollevate con il passaggio delle auto, ma erano necessarie altre iniziative, più concrete, per favorire il commercio. Da allora, però, poco è cambiato. I commercianti continuano a lamentare la crisi del settore, l’amministrazione comunale solo in minima parte è venuta incontro alle loro esigenze. Il braccio di ferro, dunque va avanti. Magari, come nel caso di Agropoli, tra quindici anni saremo ancora qui a parlarne.