Allenatore squalificato per aver offeso l’arbitro, lui nega: “accuse senza fondamento”

Secondo il giudice sportivo aveva offeso l'arbitro chiamandolo "mongoloide"

Di Redazione Infocilento

Secondo il giudice sportivo aveva offeso l’arbitro chiamandolo “mongoloide”

ALFANO. E’ stato squalificato per quattro mesi poiché, secondo quanto riportato dal giudice sportivo, “con comportamento altamente antisportivo e sleale, ripetutamente rivolgeva parole offensive, ingiuriose e minacciose nei confronti del direttore di gare; oltretutto, apostrofava il direttore di gara chiamandolo mongoloide, manifestando, quindi, mancanza di rispetto e sensibilità nei confronti dei soggetti colpiti da tale disabilità”.

Protagonista della vicenda Francesco Detta, allenatore dell’Alfanese, squalificato fino all’1 giugno a seguito della gara Alfanese – Fipe Polla del 5 febbraio scorso, valida per il campionato di Prima Categoria. La società e lo stesso Detta, però, non ci stanno a subire le accuse, così come emerse dal rapporto dell’arbitro.

“Le conseguenze di questa vicenda – spiega Francesco Detta – mi hanno profondamente colpito. Le parole e i fatti riportati dal direttore di gara, infatti, non hanno alcun fondamento e la società ASD Alfanese si è già attivata per presentare ricorso alla sentenza del Giudice Sportivo, sicura di tutti i testimoni presenti alla partita, tra i quali il presidente Gerardo Sergio, che mi è stato accanto durante la gara e nel post-partita”.

Quanto scritto dal direttore di gara sul referto, poi riportato dal giudice sportivo, non ha però arginato il malessere che deriva da questa vicenda.

“Ho ricevuto molte telefonate e messaggi da amici e conoscenti che mi chiedevano delucidazioni in merito all’accaduto, sorpresi nel vedermi coinvolto in un episodio così grave – spiega il tecnico alfanese – Questo perché atteggiamenti e parole del genere non rientrano nel mio modo di essere (chi mi conosce anche solo un po’ lo sa) e ritengo l’appellativo citato nella sentenza offensivo anche se rivolto a chi è portatore di tale disabilità”.

“Vedersi affibbiati fatti così gravi e mai accaduti fa male e condiziona le nostre vite più di quanto si immagini – conclude Detta – e spero che quanto prima si possa far luce su questa vicenda e non resti altro che un brutto ricordo”. Spetterà ora al giudice sportivo emettere la sentenza.

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