Tragedia di Rigopiano, il papà di Stefano: sono stato illuso.

Dopo la tragedia, duro sfogo con la stampa di Alessio Feniello

Di Redazione Infocilento

Dopo la tragedia, duro sfogo con la stampa di Alessio Feniello

Martedì notte, il padre di Stefano Feniello, Alessio, ha appreso la notizia che anche suo figlio era tra le 29 vittime della tragedia dell’Hotel Rigopiano. Una notizia che ha sconvolto la cittadina di Valva, dove la famiglia è molto conosciuta. Il sindaco della località in provincia di Salerno, Vito Falcone ha indetto il lutto cittadino. Tanta la commozione anche sui social. Il padre della vittima, che nei giorni scorsi si era sfogato con la stampa, è tornato a parlare di nuovo su ciò che è stata l’attesa all’ospedale di Pescara, esternando tutta la sua rabbia: ”Quelli che sono morti sono stati uccisi e non mi vergogno di dirlo” esordisce Alessio Feniello – ”sono stati sequestrati contro il loro volere,perchè volevano rientrare. Avevano le valigie pronte, ma li hanno riuniti tutti vicino al caminetto, come carne da macello.”

”Mio figlio all’una e mezza mi ha telefonato e ha detto: abbiamo liberato le macchine e montato le catene, e siamo in attesa per il rientro a casa”- dichiara il papà di Stefano. Dopo un’ora però la situazione si è capovolta – ”successivamente ha chiamato mia moglie e le ha detto: forse non possiamo rientrare perchè chi doveva pulire la strada non è venuto”.

La rabbia di Alessio Feniello è montata ulteriormente: ”L’altra sera mi hanno dato una notizia, che era quella che mio figlio era vivo, da parte del prefetto e del presidente della regione Abruzzo. Quando l’indomani siamo arrivati al pronto soccorso aspettavamo le ambulanze e ne sono arrivate tre: in una di queste c’era la fidanzata di mio figlio. Ho penato fino al pomeriggio in attesa che qualcuno mi dicesse di aver sbagliato, per avermi dato un nome errato. La fidanzata di mio figlio ha proferito precise parole: dall’urto sono stati scaraventati vicino al caminetto. Finchè ha avuto batteria illuminava il braccio di mio figlio, non riusciva a rispondergli.”

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