Dal Cilento un dossier sul voto clientelare all’assemblea nazionale del Comitato per il no

Un dossier sul voto clientelare. E' stato sottoscritto da diversi comitati salernitani

Di Redazione Infocilento

E’ stato sottoscritto da diversi comitati salernitani

Agropoli e la provincia di Salerno all’assemblea del Comitato per il no, tenuta a Roma con intellettuali e costituzionalisti

Più di 500 i delegati provenienti da tutt’Italia per la prima assemblea convocata dopo la vittoria del “no” al referendum costituzionale del 4 dicembre: sabato 21 gennaio il Comitato per la Democrazia costituzionale, presieduto da Alessandro Pace, ha riunito a Roma i propri Comitati territoriali ed ha avviato il percorso che dovrà sfociare nell’applicazione e nell’attuazione piena dei principi più avanzati contenuti nella Carta.

Ad intervenire in rappresentanza della provincia di Salerno è stato Carmine G. Parisi, che ha depositato un documento – riguardante pure le istigazioni clientelari – redatto dal Comitato di Agropoli e dell’Alto Cilento, sottoscritto anche dai Comitati di Battipaglia, Salerno città, Giffoni Valle Piana, Sala Consilina e Auletta.

Nel suo intervento, Parisi ha ribadito che solo il superamento delle attuali condizioni di diseguaglianza economica e sociale potranno portare alla completa attuazione del programma costituzionale. E, per questo, ha aderito anche all’appello lanciato dall’ex pm Antonio Ingroia per la convocazione degli Stati generali per l’applicazione della Costituzione.

Poi ha manifestato la necessità di appoggiare i referendum sul Jobs act promossi dalla Cgil, oltre che la proposta di ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni, così da affrontare concretamente la piaga della disoccupazione, all’insegna del “lavorare meno per lavorare tutti”.

Le conclusioni sono state tenute dal vicepresidente del Comitato, Alfiero Grandi: non si sta lavorando ad una lista ma nemmeno sarebbe giusto smobilitare. Primo impegno la legge elettorale proporzionale. Poi la difesa e l’attuazione della Costituzione. Cambiando però l’articolo 81.

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