Regolamento area marina protetta di Santa Maria, per il Tar non si tocca

Il Tar ha respinto il ricorso di comune e imprenditori per l'area marina protetta di Santa Maria di Castellabate. Il caso finisce al Consiglio di Stato

Di Sergio Pinto

Il caso finisce al Consiglio di Stato

CASTELLABATE. Il Tar Campania ha respinto il ricorso presentato dal comune e da un gruppo di imprenditori contro il regolamento per l’area marina protetta di Santa Maria di Castellabate, approvato dal Ministero dell’Ambiente il 9 aprile del 2015. «Il regolamento approvato dal Ministero fin dalla sua stesura non è stato mai condiviso né con il Comune né con le categorie interessate – aveva spiegato il sindaco Costabile Spinelli – Inoltre, in sede di commissione di riserva, non sono state recepite per nulla le osservazioni formulate dall’Amministrazione comunale. L’eventuale attuazione di un siffatto regolamento produrrà gravi danni alla nostra economia, in quanto le principali e vitali attività lavorative sono esercitate proprio nella pesca e nel campo turistico». Il primo cittadino del comune cilentano  aveva evidenziato che l’area marina protetta doveva essere un’opportunità di sviluppo non un ulteriore blocco per il territorio. Di qui la decisione di ricorrere al Tar insieme a 21 imprenditori locali, per lo più del settore della cantieristica navale.

Per i giudici del Tribunale Amministrativo, però, «le nuove previsioni non appaiono in contrasto con le precedenti misure», anzi: ne sarebbero «una coerente e ragionevole integrazione». Pertanto non ci sono irregolarità. Ad essere contestate dai ricorrenti erano le regole per la navigazione per la cantieristica, per le strutture ricettive e per la pesca, tutte ritenute penalizzanti. Adesso si ricorrerà al Consiglio di Stato che interessato una prima volta della questione, nell’ottobre del 2015, sospese l’attuazione del regolamento in attesa del giudizio di merito.

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