Ecco i dati del Centro Studi Sogeea
Le strutture ricettive italiane sono in crisi. Quelle all’asta in Italia sono aumentate del 21% in sei mesi Il record? E’ in provincia di Salerno con 18 procedure in corso che riguardano alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi e simili. La situazione più critica è tra Cilento e Piana del Sele. A Capaccio Paestum, sono ben 5 le procedure aperte. Tutte le altre, eccezion fatta per Bracigliano, Nocera, Eboli e Montecorvino Pugliano, riguardano il comprensorio cilentano: Ispani, Ceraso, Perdifumo, San Mango, Ascea, Camerota.
Complessivamente in tutta Italia sono 217 le strutture ricettive avviate alla vendita all’asta, a fronte delle 179 rilevate nel luglio 2016. La diminuzione di oltre il 7% evidenziata nel primo semestre dello scorso anno, quindi, non è stata confermata. Anzi, la tendenza ha subito una decisa inversione di marcia secondo il rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea, che è stato presentato in Senato.
Il Sud registra la situazione peggiore: +50% rispetto alla scorsa estate. Tra le Regioni in testa l’Emilia Romagna con il +71%; la Campania è al +68%.
«A pagare dazio sono soprattutto le realtà imprenditoriali di dimensioni contenute – spiega Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro Studi – il 55% dei complessi turisticoricettivi attualmente all’asta ha un prezzo inferiore al milione di euro.
Ovviamente anche la crescita del numero assoluto di strutture in difficoltà non può che preoccupare».