Il comitato civico Camerota Insieme chiede che i cittadini possano esprimersi sull’argomento
CAMEROTA. La legge istitutiva del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni limita notevolmente i cittadini di Camerota. E’ quanto sostiene il comitato civico “Camerota Insieme”, rappresentato dall’avvocato Francesco Calicchio, in una nota inviata al comune lo scorso 30 dicembre.
Secondo il comitato gli abitanti del centro cilentano “subiscono gravi limitazioni dei diritti” dalla legge istitutiva del Parco ed al contempo non sono state mai corrisposte quelle incentivazioni previste dall’articolo 7 (restauro dei centri storici ed edifici di particolare valore storico e culturale; recupero dei nuclei abitati rurali; opere igieniche ed idropotabili e di risanamento dell’acqua, dell’aria e del suolo; opere di conservazione e di restauro ambientale del territorio, ivi comprese le attività agricole e forestali; attività culturali nei campi di interesse del parco; agriturismo; attività sportive compatibili; strutture per la utilizzazione di fonti energetiche a basso impatto ambientale quali il metano e altri gas combustibili nonché interventi volti a favorire l’uso di energie rinnovabili).
Secondo il comitato i camerotani “hanno dovuto subire non solo i gravami istitutivi ma anche i gravami burocratici conseguenti alla farraginosità della norma. Per questo, considerato che al Parlamento è giunta una proposta di legge per rimodulare i principi per la gestione dell’area naturale, rivedendone la perimetrazione e snellendone la burocrazia”, viene chiesto al comune di “adottare tutte le possibili iniziative affinché vengano rimodulati i confini e la superficie vincolata dell’ara protetta del Parco, ormai regolamentata da una normativa obsoleta” e al contempo al consiglio comunale “di approvare un regolamento attuativo del referendum” per dare la possibilità alla popolazione locale di esprimersi sull’argomento.