”Predatori del mare” nel Cilento? Petta (Federpesca) replica a Tarallo

Il delegato di Federpesca evidenzia delle inesattezze nella petizione lanciata dall'ex presidente del Parco

Di Bruno Marinelli

Il delegato di Federpesca evidenzia delle inesattezze nella petizione lanciata dall’ex presidente del Parco

Dopo che l’ex presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, si era scagliato contro le volanti monobarca, ree di creare secondo Tarallo, problemi per gli stock ittici cilentani, arriva oggi la replica del delegato Confindustria Federpesca ed esperto in Legislazione Ambientale, Francesco Petta che si dichiara contrario alla petizione mossa dall’ex presidente del Parco: ”Premo sottolineare che ho sempre condiviso la “linea verde” del Dott.Tarallo durante i suo i percorsi istituzionali ed il suo ammirevole sforzo nella politica sostenibile” esordisce Petta – ”ma, per dovere professionale, mi preme sottolineare l’inesattezza delle informazioni presenti nella sua petizione inoltrata agli enti istituzionali. Nonostante le conferme scientifiche delle relazioni del collega Prof.Mario Ferretti,citate come fonte nella petizione presentata,risulta comunque indecifrabile quantificare il danno, in termini di sforzo di pesca,quindi di cattura, derivante da un solo apparato di volante monobarca ed, ancor di piu’ se la stessa sia rappresentata da una potenza di motore tale da potergli permettere uno sforzo in grado di sopperire la mancanza della seconda imbarcazione,da qui nasce il termine volante a coppia.” Poi un’analisi dei problemi del settore pesca: ”Il problema che si nasconde dietro questa petizione è ben altro ed è soprattutto di natura economica. Le difficoltà ed i ritardi dei pagamenti delle indennità previdenziali (fermo biologico,cassa integrazione anno 2015,2016;le importazioni,le deflazioni nelle aste ittiche ed infine una normativa comunitaria,da qui, la 154/2016, che ha comportato inasprimento delle sanzioni sugli illeciti commessi con provvedimenti che arrivano a sfiorare anche i 150.000 euro in caso di reiterazione di reati che riguardano species particolari come il tonno o pesce spada.” ”Indire una petizione del genere”- spiega Petta ” vuol dire muovere un tassello delicato di un meccanismo istituzionale che trova il Cilento ed il basso tirreno ancora impreparato in termini di recepimento della normativa comunitaria. Questo comporterebbe un effetto domino sull’intera filiera ittica della costa cilentana,aggravando cosi’ una situazione piu’ di quanto possa farlo,da sola, una volante a monobarca e costringendo gli operatori ad adeguarsi a cio’ che impone la norma comunitaria, in termini di messa in sicurezza, di strumentazioni e profili di bordo” conclude – ”con annessi costi inaccessibili di gestione per gli armatori.

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