La replica di Bruno: necessario un confronto
VALLO DELLA LUCANIA. A sei mesi dalle dimissioni del segretario Riccardo Ruocco il Pd vallese resta in stand by. Il segretario provinciale aveva affidato ad Antonio Bruno il compito di riavviare le attività del partito in attesa di un nuovo congresso. Tuttavia i sondaggi fatti da quest’ultimo per provare a riorganizzare il circolo non avevano avuto i frutti sperati e la stessa decisione di affidare al componente della segreteria provinciale questo compito aveva creato malcontento.
Ora sul caso è tornato proprio l’ex segretario Ruocco che non ha mancato di lanciare stoccate a Nicola Landolfi. “Il caso Vallo in questo momento – spiega – rappresenta la fotografia reale del livello di distanza tra la segreteria provinciale e i territori sempre più abbandonati al loro destino, sempre meno coinvolti nel necessario processo di rinnovamento che invece solo dall’alto si tenta di imporre. La gestione militare del partito continuerà a fare danni. Si scommette su sentinelle allineate e telecomandate ed invece ci sarebbe bisogno di persone competenti e vere che si impegnano sui territori e lo fanno senza calcoli e senza un tornaconto personale”. Secondo Ruocco, quindi, occorre “fermarsi e fare una analisi vera e seria sulla gestione del partito a livello provinciale”. “I cittadini vogliono i fatti – prosegue – e quando il Pd sul piano dei fatti e delle scelte viene percepito come sistema e non come anti sistema perde credibilità e voti”.
La risposta di Bruno non è tardata ad arrivare: “Se a Vallo non ci sediamo intorno ad un tavolo per capire in che modo possiamo stare insieme e per fare cosa, continueremo ad essere marginali”. “Temi importanti per la nostra comunità – evidenzia – vengono percepiti come strumentali a guerre di potere tra i ras locali e questa percezione determina la perdita di credibilità di un circolo”. Per Antonio Bruno, quindi, “fino a quando non si capirà l’importanza dell’autonomia, non conteremo mai un tubo nella nostra comunità: Qui non si tratta di segreteria provinciale o meno, qui si tratta di essere credibili”. “Se si vuole fare il Partito, davvero, praticando il cambiamento – conclude – bisogna essere consequenziali con quello che si dice”