Sul caso scoppia la polemica: Malandrino ipotizza un indebito arricchimento
AGROPOLI. La giunta comunale ha aggiornato le quote delle spese per la notificazione dei verbali di contestazione delle violazioni amministrative e del Codice della strada. Previsto un costo aggiuntivo medio per gli utenti di circa 4 euro. Ciò perché Poste Italiane, in aggiunta alla notifica dell’atto (ovvero la raccomandata con ricevuta di ritorno), provvede se necessario all’invio della comunicazione di avvenuta notifica applicando. Un costo che è a carico di chi è tenuto al pagamento della sanzione amministrativa. “Considerato che tale casistica è molto frequente e che per circa il 35% degli atti oggetto di notifica, avviene l’emissione della seconda raccomandata, in quanto sempre più spesso i componenti di una famiglia all’arrivo del postino non curano il ritiro della raccomandata e che tale prassi si è rivelata nel tempo poco funzionale in quanto, nonostante le spiegazioni sull’utilizzo dei bollettini postali allegati al verbale di contestazione, non pochi cittadini si sono trovati in difficoltà ad individuare il giusto pagamento ovvero pagano meno del dovuto costringendo gli uffici a riscrivere al cittadino chiedendo il pagamento integrativo per la completa estinzione della sanzione, pena”, l’esecutivo Alfieri ha ritenuto quindi di aggiornare gli importi portando a 16 euro le spese di procedimento, accertamento ed eventuale Cad o Can di violazioni amministrative al Codice della strada ed a 13 euro quelle di procedimento, d’accertamento ed eventuale Cad e Can di violazioni amministrative in materie diverse dal Codice della strada o relative a ordinanze ingiuntive.
La decisione non ha mancato di suscitare polemiche. Il consigliere di minoranza Emilio Malandrino, infatti, ha evidenziato come “tale variazione influisce a carico dei destinatari dei verbali con una notevole maggiorazione dei costi”. “Il costo medio aggiuntivo è quantificabile in una maggiorazione di circa euro 4,00 per ogni verbale a carico dell’utente rispetto al costo precedente e stabilito dalla prassi consolidata”. Ciò “non è corretto per gli utenti che, regolarmente, ricevono e pagano in maniera puntuale i verbali, rispetto ad una percentuale del 35% di coloro che devono essere avvisati aggiuntivamente”. Secondo Malandrino potrebbe addirittura configurarsi “da parte dell’Ente un indebito arricchimento ancorché un subdolo e/o ingiustificato prelievo dalle tasche dei contribuenti e quindi, presumibilmente, sintomatica all’avvio di innumerevoli richieste di rimborso”. Di qui la richiesta d i sapere se l’atto è legittimo e in caso contrario “di revocare la delibera sul presupposto che l’imputazione di somme sui verbali di accertamento riferibili a costi presunti e non effettivi costituirebbe una chiara violazione di legge esponendo l’Ente ad azioni per arricchimento senza causa”. Chiesta, inoltre, la possibilità “di richiedere i costi aggiuntivi solo ed esclusivamente ai soggetti cui necessita il secondo o ulteriore invio del procedimento sanzionatorio in linea con le modalità operative adottate dai comandi di polizia statali, nonché da molti comandi di polizia locale.”