Allarme migranti nel salernitano: Cirielli interroga il Governo

Allarme migranti nel salernitano: Cirielli interroga il Governo. "Siamo ormai in un vero e proprio stato di emergenza"

Di Comunicato Stampa

“Siamo ormai in un vero e proprio stato di emergenza”

“Ho presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno per sapere quale sia la reale portata del fenomeno migratorio nella provincia di Salerno e quali urgenti iniziative il governo intenda adottare per rispondere concretamente al disastro delle politiche migratorie e di accoglienza, dal momento che anche il prefetto Salvatore Malfi ne denuncia l’inadeguatezza”. È quanto annuncia Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.

“Il sistema di gestione dei flussi migratori nella nostra provincia versa ormai in un vero e proprio stato di emergenza – spiega – e nel corso della conferenza sulla Convenzione europea dei diritti inviolabili dell’uomo, tenutasi lo scorso 24 ottobre presso l’Università di Salerno, il prefetto ha dichiarato che «le attuali strutture che operano per il sistema di accoglienza dei migranti iniziano ad andare in sofferenza e quindi occorre assolutamente coinvolgere altri territori nella distribuzione dell’accoglienza»”.

“Secondo il prefetto Malfi – aggiunge – la soluzione andava ricercata negli Sprar (strutture di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), con cui i sindaci individuano i luoghi migliori, stabilendo numeri e parametri, in cui si può consentire un sistema di accoglienza. Con gli arrivi degli ultimi giorni di ottobre, il 2016 sarà ricordato come l’anno record, finora, per numero di sbarchi: 153.450 sarebbero i migranti arrivati, ovvero il 10 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e i numeri sono destinati ancora a crescere”.

“Oggi – conclude Cirielli – si condannano le barricate, ma non si condanna con altrettanta forza l’assenza di strategie ed interventi in merito ad un fenomeno migratorio che sembra inarrestabile e che, se continuerà ad essere gestito con le stesse modalità, non potrà che creare i presupposti per nuove povertà, nuove mancanze di integrazione e nuovi conflitti”.

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