Marsili: vulcano a riposo, ma il pericolo per le coste è concreto

Ortolani: non c’è alcuna legge che regolamenti gli interventi umani nelle aree a rischio.

Di Bruno Marinelli

Ortolani: non c’è alcuna legge che regolamenti gli interventi umani nelle aree a rischio.

Ogni qualvolta vi è nel territorio italiano un terremoto, si accendono i riflettori anche sul Sud per quanto riguarda i movimenti dei molteplici vulcani presenti. Uno di quelli che può destare maggiori preoccupazioni è il Marsili. Si tratta di un vulcano sommerso nel Tirreno meridionale a circa 140 km a nord della Sicilia ed a circa 150 km ad ovest della Calabria ed è il più esteso vulcano d’Europa. Il geologo Franco Ortolani, ha tuttavia rassicurato sulle attività del Marsili, poichè attualmente si tratta di un vulcano a riposo e sostiene che non sia il caso di allarmare i cittadini inutilmente. Tuttavia il geologo, pone alcune precisazioni su alcuni interventi che le amministrazioni potrebbero compiere nel prossimo futuro. “C’è un problema reale che interessa le coste italiane – spiega il geologo – il rischio da invasione di onde di maremoto come accaduto varie volte negli ultimi due millenni. Studi accurati sono stati effettuati per cui si sa nella storia quali sono state le fasce costiere invase dalle acque marine”.
L’evento più recente e disastroso è il maremoto che invase le coste siciliane e calabresi dopo circa 8 minuti che il terremoto del 1908 aveva distrutto le città e causato oltre 100.000 vittime.
“Eppure – evidenzia Ortolani – si è costruito e si continua a costruire lungo le coste basse che possono essere invase dall’acqua marina in caso di maremoto.
Le notizie storiche evidenziano che negli ultimi millenni i maremoti non sono stati così disastrosi come quelli recenti che hanno devastato il Giappone e l’Indonesia.
Però il problema esiste – conclude – e non c’è alcuna legge che regolamenti gli interventi umani nelle aree a rischio.
Strade, ferrovie, abitazioni, impianti industriali sono stati costruiti come se il problema non esistesse. Le spiagge in estate sono affollate anche nelle aree a rischio tsunami e senza vie di fuga, senza alcun piano di evacuazione dei litorali.”.

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