Stella Cilento e i fratelli Zammarelli, i più pericolosi nemici del Re
Quando nel dialetto cilentano si sente pronunciare la frase “ti pigliano i moti” si sente dire qualcosa che rimanda subito alla memoria storica tanto delle rivoluzioni del 1828 che dell’ondata di ribellioni al dominio borbonico che anticiparono le imprese garibaldine nel 1848. Due illustri cittadini di Stella Cilento, i fratelli Zammarrelli, furono letteralmente presi dai moti pre-spedizione dei Mille negli anni 40’ partecipando alle colonne insurrezionali che toccarono molti comuni del Cilento, divenendo entrambi Capitani di ventura e seguendo un analoga sorte di prigionia e liberazione e cospirazione contro il Regno di Napoli.
Raffaele Zammarrelli, il fratello maggiore, laureato in farmacia e sindaco di Stella, venne addirittura considerato “il nemico più pericoloso del Re” e la sua astuzia lo premiò negli anni cruciali del Risorgimento, quando, a capo di 200 patrioti, riuscì vincitore encomiato in molte imprese contro l’esercito borbonico nel salernitano, a Napoli e sul Volturno. Il minore dei due, Pietro Zammarrelli, seguì una sorte simile e con lo stesso coraggio si consegnò alla Corte Criminale poiché perseguitato, ma successivamente partecipò comunque alle tre campagne garibaldine del 48’, del 60’ e del 61’ fino alla resa di Capua.
Curiosa la fine che toccò a Raffaele, il quale morì di infezione in seguito ad una puntura: dopo aver tanto sfidato la morte, questa lo raggiunse in casa. Maggiormente benigna la fine di Pietro che morì di vecchiaia nel 1882 fregiato degli onori per le imprese compiute. Francesca Schiavo Rappo.