Primo caso in Italia per incandidabilità: decreto pubblicato anche sulla Gazzetta Ufficiale
RUTINO. il Presidente Sergio Mattarella e il Ministro dell’Interno Angelino Alfano sciolgono il consiglio comunale di Rutino. Nel centro cilentano si è votato lo scorso 5 giugno e ad uscire vittorioso dalle urne fu Gerardo Immerso. Il problema, però, è che l’amministratore non poteva parteciparvi in quanto incandidabile secondo la Legge Severino. Immerso aveva sulla sua testa una condanna penale di cui lo stesso si è detto all’oscuro, condanna di cui la Prefettura era a conoscenza già in estate tant’è che ad agosto il Consiglio si vide costretto, proprio dal Prefetto, a revocare la convalida della nomina. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il Decreto arriva a poco tempo dalle elezioni, rendendole quindi nulle e obbligando a tornare nuovamente alle urne. Un caso destinato a fare giurisprudenza perché il primo in Italia dopo l’introduzione della norma legata al Ministro Severino. Un episodio che rivela una sequela di omissioni da parte di chi doveva controllare e non ha controllato, di mancanze di chi poteva e doveva fare qualcosa e non lo ha fatto, di chi sapeva e non ha parlato. Se al momento della presentazione delle liste ci fosse stata una maggiore attenzione da parte degli Enti preposti non si sarebbe verificata questa situazione e si sarebbero evitati molti problemi. Ad oggi, però, lo stato delle cose è questo e, ancora una volta, tali errori vengono pagati dai cittadini. Fino alla nuova tornata elettorale non sarà nominato un commissario ma a reggere il Comune sarà l’attuale vicesindaco Michele Ferraro. Il piccolo centro cilentano, che conta circa 900 anime, si prepara dunque ad una nuova campagna elettorale dopo meno di un anno da quella dello scorsa primavera. Un annus horribilis quello che si prospetta per i cittadini, vere vittime di un sistema lento e macchinoso.