Nessun riscontro dalla lotta biologica: Valiante e Capozzolo: necessarie nuove iniziative
La crisi del settore castanicolo sta mettendo in ginocchio diversi territorio della Campania, compreso il Cilento dove diversi comuni sono già corsi ai ripari chiedendo il riconoscimento dello stato di calamità naturale. A fare da apripista Stio e Rofrano, ma anche altri sono pronti ad intraprendere questa strada. Le aziende, a causa del cinipide del castagno e delle condizioni atmosferiche, hanno perso gran parte del raccolto. Di qui la decisione dei deputati dem Simone Valiante e Sabrina Capozzolo di interrogare sul caso i ministri delle Politiche Agricole, Maurizio Martina e della Sanità, Beatrice Lorenzin. “La Confederazione italiana agricoltori Campania durante una recente audizione della commissione agricoltura del consiglio regionale della Campania ha evidenziato che, a seguito del proliferare del cinipide del castagno, la produzione di castagne in Campania quest’anno subirà ulteriore diminuzione”, evidenziano i due parlamentari.
Eppure Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha già istituito un gruppo di lavoro interregionale che ha portato alla redazione di un «Piano nazionale del settore castanicolo», avente come principale obiettivo quello di consentire alle singole regioni di raggiungere, in tempi rapidi, l’autosufficienza rispetto al principale antagonista, il Torymus sinensis. Ad oggi, però, si è accertato che il parassitoide si è insediato, ma non si osservano ancora segnali evidenti di riequilibrio dell’ecosistema castanicolo, persistendo a tutt’oggi gravissimi problemi per l’economia della regione. Insomma, “dopo oltre tre anni nella regione Campania – evidenziano Simone Valiante e Sabrina Capozzolo – la dispersione in aria di Torymus sinensis tramite aereo non ha prodotto alcun effetto”. Di qui la richiesta di sapere “quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interrogati intendano assumere per assicurare l’eliminazione del cinipide galligeno del castagno; se non ritengano di assumere iniziative volte a verificare l’utilizzo dei fondi nella lotta al cinipide galligeno del castagno; se non ritengano di promuovere, d’intesa con la regione Campania, la creazione di un fondo di equo indennizzo ai produttori per il gravissimo danno subito dall’economia locale e di assumere le iniziative normative necessarie per l’introduzione del castagno nella categoria degli alberi da frutto”.