Ottobre al Museo, cerca le opere nei musei e condividile sui social

Anche il Museo Archeologico Nazionale di Volcei aderisce all'iniziativa.

Di Comunicato Stampa

Anche il Museo Archeologico Nazionale di Volcei aderisce all’iniziativa.

BUCCINO. Anche il Museo Archeologico Nazionale di Volcei Marcello Gigante aderisce alla campagna di comunicazione social lanciata dal Mibact sfidando i visitatori ad una caccia a tesoro digitale nelle collezioni alla ricerca di paesaggi, nature morte, raffigurazioni sacre che hanno ispirato nei secoli le opere dei grandi maestri. L’immagine scelta dal Museo Archeologico Nazionale di Volcei è il mosaico della sala da banchetto del IV sec a. C per restare nel tema di ottobre, proposto dal Mibact, che è quello del vino, dell’uva e della vendemmia, al quale nel corso dei prossimi mesi seguiranno altri temi. All’interno del Museo sono presenti molti reperti che richiamano al tema del vino e del banchetto dove i visitatori potranno cimentarsi nella loro personale ricerca social inoltre in giornate dedicate, come il 15 il 16 e il 28 ottobre, per tutti i visitatori alle ore 12.00 sarà possibile effettuare una degustazione guidata di un’azienda vinicola del territorio compresa nel prezzo del biglietto d’ingresso. L’immagine trovata, nella caccia al tesoro, potrà essere condivisa sui social con gli hastag #di_Vino Volcei e #ottobrealmuseo. Il mosaico del museo volceiano è uno dei pezzi pregiati. Nel IV sec. a. C. fu costruito un vasto complesso architettonico il cui impianto iniziale gravita su una corte centrale chiusa su tre lati, pavimentata con pietrame pressato, in cui è inserito un pozzo ricavato nel banco d’ argilla. Due ali, rispettivamente a sud e ad ovest, delimitano questo spazio centrale. L’ambiente più importante è una vasta sala quadrangolare, datata alla metà del IV sec. a. C., destinata al rituale del banchetto, come sembra dimostrare il ritrovamento d’abbondante ceramica da mensa, che indica il consumo di pasti comuni. L’ambiente presenta un pavimento a mosaico in tessere bianche con inserti figurativi in lavapesta e cocciopesto, il più antico esempio di mosaico a tessere dell’Italia peninsulare. Il motivo decorativo è costituito da una stella centrale a sei punte con ai lati quattro delfini saltanti, ed è circondato da una cornice con onde correnti e da una seconda fascia continua a meandri. Attorno al mosaico corre una larga fascia di cocciopesto lungo la quale erano posizionati i letti tricliniari. Il rito sociale del banchetto e del consumo di vino, appartenente alla sfera dionisiaca, era un incontro di gioia ed esaltazione dove legami e ruoli di potere dell’aristocrazia lucana si intrecciavano. L’ aristocrazia volceiana era diversa dagli irpini e lucani, secondo quanto riportato da Livio. Infatti essa faceva propri alcuni valori greci come il simposio. Inoltre nel Museo è presente un’iscrizione trovata in località Massavetere (Pertosa) del II secolo d.C. che parla di un Physikos Oinodotes ovvero di un medico che proponeva pozioni curative a base di vino. Già i sumeri curavano le malattie con il vino. Plinio ne descriveva le proprietà antisettiche. Galeno (medico di Marco Aurelio) nell’opera “De Remediis” parla dell’uso medico del vino. Celso narra dell’uso del vino nella medicina come rimedio piacevole. Il mosaico è inserito in una sala espositiva dedicata con guida multimediale.

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