Cannabis medica: l’Italia è spaccata in due

La legge per l’utilizzo terapeutico della cannabis prevede la possibilità di utilizzare la sostanza per determinate patologie e a carico del SSN. Ma ad oggi solo in 11 regioni è possibile farlo.

Di Comunicato Stampa

La legge per l’utilizzo terapeutico della cannabis prevede la possibilità di utilizzare la sostanza per determinate patologie e a carico del SSN. Ma ad oggi solo in 11 regioni è possibile farlo.

“Era il 2006 quando la legge italiana riconobbe le proprietà terapeutiche del Thc, principio attivo della cannabis; e nel 2013 la Toscana era stata la prima regione a legalizzare l’utilizzo della cannabis per finalità mediche.
Un’iniziativa che avrebbe potuto essere prodromica di grandi cambiamenti ma che poi, nei fatti, è decollata a metà. Ad oggi sono soltanto 11 le regioni nelle quali è stata emanata una legge sul tema e dove la cannabis può essere richiesta come cura a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Sono diversi i prodotti interessati: in Italia si parla soprattutto di cannabinoidi e olio di CBD per scopi terapeutici, in considerazione del loro ruolo di rilievo nella cura del dolore cronico che nel nostro Paese interessa molte persone; sono circa 12 milioni i soggetti che ne soffrono.
La Campania è stata l’ultima regione in ordine di tempo ad accodarsi andando ad approvare, lo scorso luglio, una legge sull’uso terapeutico della cannabis. Ma il meccanismo funziona ancora a tratti.
Ad oggi nella nostra regione il farmaco a base di cannabis viene venduto nelle farmacie sotto prescrizione medica ma a carico del paziente, a differenza di altre realtà italiane dove paga il Servizio Sanitario.
D’altra parte quello della sanità è un tema che porta sempre diverse problematiche, specialmente nel territorio campano. La sanità regionale è notoriamente sotto l’occhio del ciclone e il territorio del salernitano ne paga da tempo le conseguenze. Recentemente il senatore di Forza Italia Enrico Fasano si è reso promotore di un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per evidenziare lo stato drammatico della sanità nel Cilento.
Nell’interrogazione si legge di come sia a rischio “il diritto alla salute ai cittadini della provincia di Salerno, con particolare riferimento alle fasce deboli.” Tra posti letto che scarseggiano, personale ridotto all’osso, reparti ospedalieri disattivati e reti di collegamento precarie, la situazione sanitaria in Cilento viene descritta con tinte molto fosche.
Ecco che torna il quadro di un paese, l’Italia, spaccato a metà dal punto di vista sanitario. Come nel caso della cannabis per uso medico, che vede oggi legislazioni assolutamente differenti, da regione a regione.
Eppure si parla di farmaci importanti e meno pericolosi di altri usati per combattere il dolore, come ha ricordato in una recente intervista uno dei massimi esperti sul tema, Paolo Poli, già primario dell’unità operativa complessa di Terapia del dolore dell’ospedale di Pisa.
Cercare di uniformare il funzionamento della cannabis medica in tutte le regioni è quindi la sfida da vincere di qui a breve. Prima ancora di parlare di qualsiasi altro tipo di legalizzazione.

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