La minoranza: il Vescovo e il Papa riportino alla ragione i loro discepoli
OGLIASTRO CILENTO. E’ ancora polemica sulla mega statua di Padre Pio che il comune vorrebbe realizzare in località Tempone degli Zingari, al confine con Prignano Cilento. A causare malumori la decisione della Fondazione Alessandro e Teresa Martino di aderire al protocollo d’intesa per la costruzione del monumento, cui già fanno parte i due centri cilentani.
Dietro la decisione, secondo quanto riferito da palazzo di città, ci sarebbe lo stesso cardinale salernitano Donato Raffaele Martino. Proprio la scelta di quest’ultimo ha scatenato la rabbia dell’opposizione che ora si appella al vescovo della diocesi di Vallo della Lucania, mons. Ciro Miniero, e allo stesso Papa Francesco affinché intervengano per chiedere all’alto prelato di rinunciare allo scopo. “Il nostro vescovo – spiega Gerarda Ariana, rappresentante della minoranza consiliare – ha dichiarato che i problemi del Cilento sono dovuti soprattutto ai cattivi amministratori, dunque è paradossale che la Chiesa decida di prendere parte ad un progetto del genere”. “Noi dell’opposizione – aggiunge – restiamo contrari all’opera poiché riteniamo che ad Ogliastro Cilento vi siano problemi ben più seri a cui prestare attenzione. Questa è una politica assente e insensata, il sindaco prosegue nel voler sostenere lo sviluppo socio economico basandosi sul turismo religioso, ma questo è un ossimoro”.
La minoranza, poi, esprime anche altre perplessità sull’opera: “all’inesattezza dei progetti si aggiungono fatti obiettivi”, spiegano. L’area in cui dovrebbe sorgere il monumento, infatti, dalle mappe dell’autorità di Bacino Sinistra Sele, presenta un rischio frane R4 (ovvero situazioni di maggior rischio). Ciò impedirebbe di costruire. Il dissesto idrogeologico, in realtà, si presenta in gran parte del territorio ogliastrese, tant’è che lo stesso comune ha pensato a degli interventi di prevenzione per un valore di circa 11 milioni di euro. “Ci chiediamo – dicono dall’opposizione – dove si vorrebbe costruire quest’opera”. “Speriamo – concludono – che il Vescovo e il Papa riescano a riportare alla ragione questi loro discepoli”.