Arrivano le reazioni alle parole di Miniero. Intervengono sulla questione Canfora, Lamaida e Tomasco
«Il Cilento è un territorio martoriato, abbandonato a sé stesso dalla classe politica». Questo in sintesi il messaggio del vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania Ciro Miniero. Il monsignore ha attaccato soprattutto i politici locali e nazionali, chiedendo loro di darsi da fare affinché il Cilento possa avere una svolta. In particolare Miniero ha parlato della disastrosa situazione di strade e sanità, vere emergenze dell’intera provincia di Salerno. Molte le reazioni di chi amministra il territorio ed alcune sono state anche molte piccate. Tra queste c’è l’intervento di Giuseppe Canfora, a capo della Provincia dal 2014: «Abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere – replica – ma la Provincia di Salerno, come le altre della Campania e di tutta Italia hanno gravi problemi economici che non si possono risolvere da un giorno all’altro. Non è giusto dire che il Cilento è una terra martoriata o abbandonata perché c’è chi lavora duramente affinché il territorio non viva le emergenze. Per quanto riguarda la viabilità ci stiamo impegnando affinché tutto rientri nella norma ed entro la fine del mese di novembre – annuncia – sarà riaperta la Cilentana». Miniero ha anche parlato di sanità e dei problemi legati alla chiusura e al depotenziamento di alcuni ospedali della zona come quelli di Agropoli e di Vallo della Lucania. Sulla questione intervengono Eros Lamaida, sindaco di Castelnuovo Cilento e vice-presidente della Comunità del Parco, e Biagio Tomasco, responsabile sanità della Uil Salerno. «Da tempo ci battiamo per la nostra sanità contro tutto e tutti – dice Lamaida – noi contiamo poco in fatti di voto e per questo spesso la nostra zona viene sacrificata per favorirne altre. Bisogna assolutamente fare rete perché se va bene il Cilento, riparte la Campania e così tutto il Mezzogiorno. Sono felice – conclude – che la Diocesi sia scesa in trincea con noi per batterci per un diritto fondamentale e inalienabile». Leggermente più critico nei confronti dell’ecclesiastico è Tomasco: «Finalmente ci si accorge di un problema per il quale lottiamo da tempo immemore – dichiara – ma come si suol dire è meglio tardi che mai. L’attenzione nei confronti di questo territorio è andata via via calando col cambio ai vertici della politica regionale. Con alcuni amministratori del passato l’area dell’ex Asl Salerno 3 riceveva numerosi fondi in continuazione ma con l’avvento di altri, ed in particolare di Antonio Squillante, durante il triennio del quale c’è stato un depotenziamento continuo della sanità pubblica nei confronti di quella privata. Ed è per questo – continua – che è in parte vero ciò che dice monsignor Miniero ma dalla sue parole sembra che stiamo parlando del terzo mondo, cosa che non è. Anche nella nostra provincia ci sono delle eccellenza come, dati alla mano, l’Ortopedia e la Neurochirurgia di Vallo, l’Oculistica di Polla o la Rianimazione di Sapri. Il problema sta tutto nella mancanza di personale e in alcune leggi regionali che danneggiano il territorio»