“La patria non ha più valore. Sul nome sbiadito di quei valorosi agropolesi sventola la bandiera blu, simbolo dei valori di chi amministra la città”
Il 9 settembre, dal 2012, si commemora la giornata nazionale dei caduti in mare. La data non è casuale ma in concomitanza con l’anniversario dei tragici fatti del 9 settembre 1943 quando, nel Mar di Sardegna, 1.393 militari italiani persero la vita a bordo della corazzata ‘Roma’ calata a picco sotto il fuoco dei bombardieri tedeschi della Luftwaffe.
Ad Agropoli, dove presso il porto turistico è presente un monumento dedicato ai caduti in mare, nessuna celebrazione si è tenuta. Il caso non ha mancato di suscitare polemiche. Ad alzare i toni Giovanni Basile, a capo dell’associazione Camelot. “I caduti in mare, alcuni dei quali antenati di attuali amministratori di Agropoli, non hanno avuto nessuna considerazione dalle autorità”, spiega il presidente di Camelot. “Addirittura quel tricolore, per il quale quei ragazzi agropolesi hanno versato il loro sangue, non c’è più – aggiunge – La patria non ha più valore. Sul nome sbiadito di quei valorosi agropolesi sventola la bandiera blu, simbolo dei valori di chi amministra la città”. L’associazione Camelot negli scorsi anni eseguì un un restilyng del monumento ai caduti in mare che è presente al porto di Agropoli. Nell’occasione fu ridato colore ai nomi scolpiti nel marmo e ricomposta con lettere di ottone la preghiera del marinaio. Infine furono cancellati i murales dai marmi e dal muro.