La tragica fine del Velella: silurato da un sommergibile britannico il giorno dopo l’armistizio. 52 i morti
Ricorre oggi il 73° anniversario dell’affondamento del Sommergibile “Velella”. Era il 7 settembre del 1943, quando l’unità italiana salpò dal porto di Napoli facendo rotta nel Golfo di Salerno, con la missione di contrastare le operazioni di sbarco degli Alleati. Navigando nei pressi dell’isola di Licosa in territorio di Castellabate, fu intercettata da un sommergibile britannico che stazionava in quelle acque, lo “Shakespeare”, il quale, con una salva di siluri, ne causò l’affondamento causando purtroppo la morte inesorabile di 52 giovani marinai. Il particolare più angosciante è che l’armistizio firmato pochi giorni prima fra le autorità militari italiane e Alleate avrebbe potuto certamente evitare la tragedia se fosse stato però proclamato con più celerità, ma per ragioni strategiche, politiche e militari, le autorità di ambedue gli schieramenti decisero di mantenerlo segreto, fino all’8 settembre, giorno in cui Badoglio lo annunciò a tutta la Nazione.
Dal 7 settembre il relitto di quello che fu un sottomarino reduce di tante missioni vittoriose nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico giaceva colpito a morte sui fondali a svariate decine di piedi di profondità, custodendo al suo interno le salme del povero equipaggio. In merito alle ipotesi di un eventuale recupero del sommergibile, da anni ormai vi è un acceso dibattito fra coloro che vorrebbero attuarlo, se non altro per dare degna sepoltura ai caduti, e quanti ne sono contrari che soprattutto negli ambienti militari si schierano apertamente contro qualsiasi eventualità di riportarlo in superficie, in quanto le leggi delle marine di tutto il mondo e di tutte le epoche, individuano nel mare la tomba di quanti, soprattutto i militari, hanno affidato la vita e consacrato l’esistenza ai liquidi salati. Nei mesi scorsi il caso è arrivato anche in Parlamento con una proposta di recupero del relitto.
Il sommergibile Velella fu varato il 18 dicembre del ’36 e consegnato alla Marina il 1° settembre 1937.
Queste le vittime del suo affondamento:
– Ten. Vasc. Mario PATANE’, Comandante
– S.Ten. Vasc. Roberto VITTORI, Uff.le in 2ª
– Ten. GN Pietro SERRAT, Direttore di Macchina
– Guardiamarina Enzo BAZZANI
– S.Ten. GN Ildebrando BANDINI
– Asp. Guardiam. Raffaele NOVELLINI
– C°2^cl. Andrea SESSA
– C°3^cl. Giuseppe ALUNNI
– C°3^cl. Eudecchio FELEPPA
– 2°C° Giovanni CAMPITO
– 2°C° Vittorio CASTELLANO
– 2°C° Antonino GIACALONE
– 2°C° Luigi MENIN
– 2°C° Marino MEONI
– 2°C° Giorgio SORRENTINO
– Sgt. Giuseppe CARUSO
– Sgt. Giovanni CHIAVEGATO
– Sgt. Carmelo RENZONI
– Sgt. Aldo SPINA
– Sc. Loris CIONI
– Sc. Ermenegildo FACCHINETTI
– Sc. Saverio FESTA
– Sc. Carlo GUALCO
– Sc. Armando MAFFEI
– Sc. Orlando PIRODDI
– Sc. Pietro SCHIAVONE
– Sc. Angelo SEVERINI
– Sc. Giannino ZAMBRINI
– Com. Achille ANTONINI
– Com. Giuseppe BIONDINI
– Com. Carlo CAIELLI
– Com. Saverio CAZZORLA
– Com. Francesco CERETTO
– Com. Renzo CILIO
– Com. Giovanni D’ASTA
– Com. Aurelio FABRIS
– Com. Cristoforo FULMISI
– Com. Duilio FURLAN
– Com. Salvatore INGRASSIA
– Com. Smilace LEONCINI
– Com. Ugo PARDETTI
– Com. Pietro RIZZI
– Com. Antonio RIZZA
– Com. Giuseppe SESTO (*)
– Com. Eolo SIMONETTI
– Com. Giuseppe SIRUGO
– Com. Doroteo SPISANI
– Com. Salvatore TRAPANI
– Com. Luigi VENUTO
– Com. Aldo VESPUCCI