C’è tempo fino al 5 settembre per iscriversi a “Memini”, il laboratorio per attori dedicato alle tecniche di scena messe a punto dal genio dell’avanguardia partenopea
Un laboratorio teatrale tra le spiagge e le pinete del Cilento, un nuovo modello di turismo culturale basato sull’economia dell’ospitalità che si manifesta come cura delle persone, delle relazioni, del territorio. Sarà possibile prendervi parte da sabato 10 a giovedì 15 settembre presso il Villaggio Europa Unita (Contrada Santa Maria Li Piane, 84079 Villammare, Vibonati). “Memini” è il nome del progetto che Salvatore Cantalupo, l’attrice e regista Amelia Longobardi e la danzatrice e coreografa Ambra Marcozzi portano avanti da quattro anni e che, in questa occasione, fa tappa a Villammare per svolgere un lavoro intensivo sull’attore, a contatto con la natura, applicando il metodo del teatro di ricerca messo a punto dal drammaturgo, regista, attore e poeta napoletano Antonio Neiwiller, tra le massime figure dell’avanguardia teatrale partenopea ed europea. L’evento è organizzato dalla società di comunicazione Logogramma e il coordinamento è affidato all’attrice e regista Cristina Messere. C’è tempo fino al 5 settembre per iscriversi a “Memini”: info e modulistica a www.logogramma.com/memini-laboratorio-teatrale
Antonio Neiwiller (Napoli, 9 marzo 1948 – Roma, 9 novembre 1993) è stato tra i più coerenti e radicali teatranti italiani, artista che, come scrive Antonio Grieco nella biografia “L’ altro sguardo di Neiwiller. Il teatro di frontiera di un protagonista dell’avanguardia italiana” (ed. L’ancora del Mediterraneo, 2004), «ha combattuto l’involuzione mercantile delle arti e che ha fatto del laboratorio la pratica prima della produzione teatrale, realizzando numerosi spettacoli indimenticabili.» Oggi lo ricordiamo per allestimenti rivoluzionari come “Ricordiamo Don Fausto”, di Antonio Petito, e “Quanto costa il ferro”, di Bertolt Brecht, entrambi prodotti dall’esperienza del Centro Teatro Studio, il gruppo di cui Neiwiller fu fondatore e animatore il quale, dopo poco la sua costituzione, confluì nella cooperativa Teatro dei Mutamenti, formata, tra gli altri, da Renato Carpentieri, Lello Serao, Rita Lieto e Massimo Lanzetta. Ma indimenticato resta pure il lavoro sulla poetica del pittore Paul Klee, con lo spettacolo “Storia naturale infinita”, e “Titanic the end”, da H. Magnus Enzensberger, «la partitura che, nel 1983, mi permise di incontrare per la prima volta Antonio, – spiega Salvatore Cantalupo – il quale mi “scoprì” sul palco di un club indipendente napoletano a suonare la batteria e cantare in gramelot durante un concerto punk, e, affascinato dalla presenza e dall’energia della mia performance, mi chiese di prendere parte al laboratorio di allestimento della sua speciale lettura del testo di Enzensberger. Da allora, e fino alla prematura scomparsa di Neiwiller, ho avuto l’onore di prendere parte a quasi tutti i suoi lavori e, soprattutto, i suoi preziosi laboratori, che hanno riscritto la pratica del cercare la messa in scena attraverso l’improvvisazione.»
Nel 1987 Neiwiller diede vita, con Mario Martone e Toni Servillo, a Teatri Uniti mentre, nel 1992, debuttò al cinema con la regia di Mario Martone in “Morte di un matematico napoletano”, la pellicola-simbolo della scena di ricerca partenopea, che ripercorreva la vicenda umana dell’accademico di matematica pura e comunista disilluso Renato Caccioppoli: nel cast, tra gli altri, Toni Servillo, Renato Carpentieri, Carlo Cecchi, Anna Bonaiuto, Licia Maglietta. Infine, Nanni Moretti lo volle a firmare l’indimenticabile interpretazione in “Caro diario”.
«Il laboratorio teatrale “Memini” è dedicato agli scritti e al metodo di Antonio Neiwiller, che moriva a Roma il 9 novembre 1993, a soli quarantacinque anni. – evidenzia Cantalupo – Del suo magistero creativo, sempre più scoperto e apprezzato durante gli ultimi venti anni, restano i suoi preziosi scritti e la memoria viva di quanti lo conobbero e lavorarono con lui.» La forma creativa ideale era, per Neiwiller, il laboratorio, in pieno ossequio alla lezione novecentesca del lavoro sull’attore di Jerzy Grotowski e Tadeusz Kantor: «Il laboratorio per me è un luogo della mente e del corpo. È un modo di arrivare ai bisogni primari. È dove si creano le condizioni vitali per la ricerca. I modi, i tempi e il luogo devono essere trovati ogni volta, come se si cercassero le cose essenziali per la vita.»
«Trent’anni fa, a noi che eravamo i suoi allievi, il maestro Neiwiller spiegava i motivi veri per cui a Beirut cadevano bombe su donne e bambini, ci raccontava come le ideologie nel tempo sarebbero cadute ad una ad una. – evidenzia infine Salvatore Cantalupo – Il mio modo di fare laboratorio teatrale è un dono intimo e personale al mio maestro e, al tempo stesso, un lasciar tracce, così come mi ha insegnato lui.»
Il progetto “Memini” è concepito per fornire ai agli artisti, sia professionisti che in formazione, gli strumenti per lavorare alla presa di coscienza del corpo e delle sue possibilità espressive (respirazione, coordinamento e dissociazione, equilibrio, contrazione e rilassamento, uso teatrale dello spazio, equilibrio del palcoscenico), alla gestione della voce, alle metodologie dell’improvvisazione (creazione personale, giochi di relazione, costruzione di situazioni drammatiche, la valigia dell’attore), alla comprensione e sviluppo del concetto di codice-improvisazione, al conseguimento della maschera neutra, alle tecniche di presenza-assenza, all’ascolto della voce-personaggio.
Salvatore Cantalupo nasce a Napoli nel 1959. Comincia il suo percorso artistico formandosi come attore alla scuola di Antonio Neiwiller, con cui collabora a diversi laboratori e spettacoli dal 1983 al 1993. Dopo l’inattesa scomparsa del suo maestro, continua a lavorare a teatro con Mario Martone, Marco Baliani, Toni Servillo, Claudio Collovà, Massimiliano Farau, Enzo Moscato e ancora con tanti altri. Ha curato la regia di diversi spettacoli teatrali tra i quali Echi Lontani, nel 2003, Martiri, nel 2008, O Calapranz, nel 2012, Titanic the end, nel 2013. Da anni cura laboratori teatrali rivolti a giovani attori. Al cinema ha debuttato in Teatro di Guerra di Mario Martone (1998). Nel 2008 ha interpretato il ruolo del sarto in Gomorra di Matteo Garrone, ricevendo anche diversi premi nazionali e internazionali tra i quali “Il Mirto d’Oro” e quello per il Migliore attore europeo al “Pantalla Miramar 2009-Argentina”. Alcuni degli altri film a cui ha partecipato sono: Tris di donne e abiti nuziali(2009), Lo spazio bianco (2009), Fortapàsc (2009), Qualunquemente (2010), Noi Credevamo (2011), Corpo Celeste (2011), Esterno sera ( 2011), Dimmi che destino avrò (2012), Song e Napule (2013), Perez (2014), Il giovane favoloso (2014), Per amor vostro (2015). È tra i protagonisti della pellicola Le ultime cose, scritto e diretto da Irene Dionisio, unico film italiano selezionato per la 31esima edizione della «Settimana Internazionale della Critica» presso l’edizione di quest’anno della Mostra del Cinema di Venezia.
Amelia Longobardi è nata a Castellammare di Stabia nel 1972. Comincia il suo percorso artistico formandosi come attrice presso il laboratorio teatrale Diffusione Teatro, che frequenta ininterrottamente per 10 anni dal 1997 e dove contemporaneamente collabora come attrice, conduttrice e regista. Approfondisce la sua formazione frequentando vari stage a partire dal 2000, con Vincenzo Toma e Lello Tedeschi, con Salvatore Cantalupo, Davide Iodice, Marco Baliani, Peter Brook, Beppe Gargiulo, Enzo Moscato. A teatro ha collabora come attrice con Salvatore Cantalupo (Echi Lontani, 2003, Titanic the end, 2013 – 2016), con Enzo Moscato (Istruzione per minuta servitù, 2014, Napoli 43, 2014), con Beppe Gargiulo (Garibaltone, 2012), con Eduardo Zampella (Jazz, 2002 , Metrofonos, 2001-2004), e con Vanessa Lepre (La Cantatrice Calva, 2003). Coopera dal 2008 con Salvatore Cantalupo nella conduzione dei laboratori teatrali e lo assiste nelle regie teatrali. Negli anni ha curato diversi studi teatrali e nel 2012 la regia di Ti amo tanto che…, omaggio ad Anna Cappelli di A. Ruccello. Nel 2002 ha fondato la compagnia Angelico Bestiario di cui è stata coordinatrice e quindi presidente fino al 2013.
Ambra Marcozzi è nata a Napoli nel 1986. Ha conseguito il diploma in Tecnica Moderna e Danza Contemporanea presso il Lyceum di Napoli diretto da Mara Fusco e, dal 2010, il Corso professionale biennale presso il Daf (Dance Art Faculty) di Roma. Nell’estate del 2012, lavora per i Post-it di promozione del Napoli Teatro Festival, partecipando anche, in qualità di danzatrice ed attrice, allo spettacolo ‘E feste a mmare per la regia di Antonella Monetti; per Roma Fringe Festival è interprete nella commedia Senza trombe né tamburi di Giuseppe Sollazzo, eUna notte d’estate ho sognato Pina Bausch, sempre per la regia di Sollazzo. Dalla fine del 2012 lavora come coreografa con l’attore e regista Salvatore Cantalupo, al laboratorio Memini per attori e non attori e, dal 2013, partecipa con Vittorio Lucariello a diversi spettacoli tra cui il De Vulgari Eloquentia presso il Teatro Spazio Libero, con repliche alla Sala Assoli nel 2014. Dal 2012 al 2016 partecipa a diversi eventi e rassegne, come il Maggio dei Monumenti e la Festa dei Musei con l’associazione “Lo Sguardo che Trasforma”. Ancora 2013 la Residenza Internazionale a Londra in Nicola’s Project, presso il Chelsea Theatre. Coreografa e danzatrice in Titanic The End, per la regia di Salvatore Cantalupo presso la Sala Assoli di Napoli, con repliche al Festival di Gibellina, Taranto, Roma e Firenze dal 2014 al 2016. Dal 2015 i progetti di teatro e pedagogia nelle periferie di Napoli, con Arrevuoto, prodotto dal Mercadante, con l’Associazione “Maestri di Strada giovani per giovani”, per il festival “L’Eresia della Felicità” diretto da Marco Martinelli, e per il progetto Pon presso l’Istituto Ilaria Alpi. Nel corso degli anni ha frequentato seminari e workshop per formazione tra cui: danza butho con Masaki Iwana (2012-2015), con i Familie Floz (2013), di danza sensibile con Claude Coldy (2016), uno stage teatrale con Silvia Rampelli, uno stage lavorativo di teatro danza per bambini con il Teatro nel Baule (2014) e di mimo corporeo con Costantino Raimondi (2016).
Cristina Messere è nata a Napoli nel 1979. Attrice, performer ed autrice, dal 2001 comincia la propria formazione artistica prima con i maestri Lucio Allocca e Sergio Di Paola e, in seguito, con lo storico gruppo del Living Teatre di Judith Malina. Intanto frequenta laboratori e stage formativi: da Michele Monetta a Peter Brook, passando per il teatro-danza con Raffaella Giordano, Clelia Moretti, Anna Redi e la compagnia torinese Tardito-Rendina (costola della nota Sosta Palmizi). Dal 2004 fonda, insieme al regista Giampiero Mirra, la compagnia indipendente Plastique Teatro, affrontando alcuni concorsi per la giovani compagnie, tra cui Nuove Sensibilità, Prologo del Napoli Teatro Festival del 2007, Premio Scenario, Rassegna al Damm di Napoli per i nuovi linguaggi 2008, I Teatri di Napoli 2007. Dal 2006 prosegue la formazione come insegnante teatrale per l’infanzia, tenendo corsi e laboratori e collabora con l’associazione Inbilicoteatro, partecipando, nel 2009, al Napoli teatro Festival con la performance Disservizio Taxi. Sempre nel 2009, con Bianca Medusa, un atto performativo inedito, vince a Roma al teatro Piccolo Re di Roma il premio come “Miglior lavoro d’innovazione”. Come attrice lavora con artisti quali Mario Santella, Nunzia Schiano, Mimmo Borrelli, Giampiero Mirra, Giovanna Facciolo e Giancarlo Sepe. Dal 2007 al 2011 è impegnata in tour con lo spettacolo di punta dei Teatrini Nella Cenere, vincitore di numerosi premi come il “Biglietto d’oro” e il “Premio Stregatto”, e ottiene il premio come miglior attrice giovane al Festival “Gioca Teatro” di Torino. Nel 2010 entra a far parte del progetto di Giancarlo Sepe Napoletango, co-prodotto dal teatro Eliseo Di Roma e dal Napoli Teatro Festival, in prima assoluta al teatro San Carlo di Napoli e in tournee in Italia fino al 2012. Nel 2011 firma, con l’ attrice e cantante Caterina Pontrandolfo, un progetto dal titolo L’attesa, e uno spettacolo musicale su Mia Martini, dal titolo Suite per un’anima. Nel 2012 collabora con la compagnia Lungrabbe di Rosaria Castiglione e Domenico Mennillo, creando performance di strada per il Napoli Teatro Festival che proseguono nei più noti festival di strada nazionali. Dal 2013 è impegnata nella conduzione di laboratori teatrali per l’infanzia presso il convento di Sant’Egidio a piazza Mercato. Nel 2014 crea Hìsteria Opera, riflessione di performance contemporanea sulla violenza di genere che trae spunto dal mito greco. Attualmente è socia fondatrice di C.L.A.N. – Cogli L’Anima Napoletana, cooperativa sociale al femminile che si occupa di servizi turistici e culturali, ed è socia del Consorzio Utopia, che riunisce numerose associazioni artistiche napoletane attive sul territorio.
Il programma di “Memini”
Sabato 10 settembre
ore 18,00 – Accoglienza e presentazione del laboratorio
Domenica 11 settembre – mercoledì 14 settembre
09,30 – 11,30 “Lupo marino”: training in acqua
16,00 – 17,30 “Risveglio dei sensi”: training fisico
17,30 – 19,00 “Consapevolezza del sé”: training psicofisico
21,30 – 23,30 “Stare insieme”: conversazioni sulla metodologia newilleriana
Giovedì 15 settembre
9,30 – 11,00 ” Lupo marino”: training in acqua
14,00 – Saluti