Una proposta progettuale di recupero del fiume Testene, una delle aree più degradate di Agropoli. A lanciarla Pier Paolo Botteon Vicepresidente sezione AIAPP TER Triveneto-Emiglia Romagna che ha trascorso dei giorni di vacanza in città.
A luglio 2016 ho trascorso qualche giorno di ferie con la mia famiglia ad Agropoli. Sono stato trasportato dalla bellezza del borgo antico percorrendo la caratteristica salita merlata degli “Scaloni”. Un magnifico paesaggio, del mare e del porto, allieta la fatica della salita. Molto bello il Castello a pianta triangolare con le tre torri circolari. Sito abbellito (oltre che dalla pulizia) dalle piante, fiori ed aree a verde che decorano le antiche mura e ponti.
Una mattina siamo andati in una calletta della baia di Trentova, acqua trasparente, bella e pulita. Poi abbiamo visitato altre attrazioni, ma non mi dilungo. Quante bellezze storiche, culturali ed ambientali ad Agropoli. Il mio entusiasmo si affievolisce però nel vedere il fiume Testene. Fiume proveniente dal monte Perrona Pizzuto, nel comune di Castellabate. Attraversa poi Laureana Cilento per giungere nella cittadina di Agropoli dove sfocia, nei pressi dell’area del Lido Azzurro. Il percorso del fiume è molto breve, solo 4 Km ove primeggiano, probabilmente, scarichi fognari abusivi. C’è il problema poi degli interventi di difesa dall’erosione della costa e dell’abitato della zona del Lido Azzurro ed è stato progettato e realizzato un intervento di riqualificazione che ha comportato più problemi che benefici ma di cui non mi soffermo perché qualcuno di maggior competenza ha detto la sua autorevole opinione.
Nel progetto prima citato, di data molto recente, il costo complessivo dell’intervento dichiarato dalla stampa locale è pari circa a 4 milioni di euro e si prevedeva anche il recupero e la riqualificazione del fiume Testene e, su questo, non posso che esprimere il mio rammarico di tale progetto e realizzazione. Rinforzate o innalzate le sponde del fiume per la sicurezza per il resto non capisco neanche come si possa chiamare tale intervento di “riqualificazione”. Sicuramente non una riqualificazione ambientale del fiume che di tale intervento ne ha solo sofferto. Una piazza di fronte ad una chiesa può essere pavimentata in pietra e la chiesa stessa viene valorizzata, un fiume no!
L’alveo del fiume è stato pavimentato in pietra, con lo scopo di creare una passeggiata lungo il corso del fiume. Al centro, inscatolato, scorre triste e mesto il fiume Testene fino al foce sul mare. Il più delle volte tutto l’alveo, presso la foce, diviene un grande parcheggio per auto e per camper che probabilmente svuotano i lori reflui.
Il parcheggio nell’alveo del fiume Testene
Sono Pier Paolo Botteon, architetto paesaggista residente nel Trentino, vicepresidente dell’associazione AIAPP (Associazione Architetti del Paesaggio) della sezione Triveneto-Emiglia Romagna e mi occupo, oltre a progettazione edile anche di progetti ambientali e di interventi di riqualificazione dei fiumi. Recente un mio progetto di riqualificazione ambientale di un fiume nel trentino. Il fiume Avisio nei pressi dell’abitato del Comune di Lavis (TN). Molto più lungo del Testene e a volte anche molto cattivo nelle sue piene. Ma l’assonanza con il Fiume Testene è tanta. Attraversa l’abitato, non ha molta pendenza presso la foce. Fa parte della storia dei popolani.
Il fiume Testene fa parte del paese di Agropoli, è una risorsa. E’ un’importante connubio da rafforzare e consolidare per la collettività come bene comune, incentivandone la conoscenza e la facile fruizione, per ora e per le future generazioni. In tale prospettiva si dovrebbe facilitare l’acceso al fiume in più punti.
Ancora non capisco come si faccia a definire una riqualificazione del fiume Testene la sua cementificazione e pavimentazione. Il suo incanalamento piatto e amorfo. E quali siano il benefici di passeggiare in tale area pavimentata in pietra che si surriscalda al sole.
La pavimentazione la passeggiata nell’alveo del fiume
Da innumerevoli e consolidate esperienze si considera ormai un grave sconvolgimento agli equilibri fluviali la rettificazione, la canalizzazione e banalizzazione degli alvei. Un fiume ha bisogno per la propria sopravvivenza, in base alla dimensione e portata, di meandricità. Tale condizione permette una maggior ossigenazione dell’acqua e se di quando in quando le piogge lo alimentano eccessivamente perde energia nel suo percorso e va ad invadere l’area in prossimità delle sponde, allagandole e rimettendo nel circuito ecologico sostanze e materiale lì presenti.
Vi sarà anche un problema di eccessivi prelievi di acqua dal fiume Testene per usi privati ma che personalmente non sono in grado di valutare.
Mi permetto, allo solo scopo di proporre una soluzione alternativa futura a tale scempio realizzato, di allegare al mio scritto alcune immagini di riqualificazione ambientale del fiume Avisio di cui ho fatto il progetto definitivo di riqualificazione ambientale. Progetto complesso suddiviso in più step ma eseguiti con facili realizzazioni di percorsi pedonali all’interno dell’alveo e di demolizione di briglie esistenti per una maggior ossigenazione dell’acqua.
Intervento di riqualificazione ambientale Fiume Avisio con realizzazione di percorsi pedonali su ambedue le rive dell’alveo
L’ufficio Bacini Montani della Provincia Autonoma di Trento (ente molto accorto sulla valorizzazione dei propri fiumi e di analisi su eventuali problemi di dissesto idrogeologico) controlla il DVM (Deflusso Minimo Vitale) e non permette all’interno dell’alveo alcuna struttura fissa (panchine, segnali, piccoli edifici in legno, ecc..) in quanto pericolosi in caso di improvvisa piena del Fiume. Figuriamoci se sarebbe ammesso addirittura un immenso parcheggio presso la foce come il Fiume Testene.
Una briglia nel fiume Avisio eseguita circa 50 anni fa è stata, contrariamente agli interventi di cementificazione e pavimentazione, in parte demolita ossigenando il fiume e favorendo la risalita dei pesci.
Vecchia briglia sul Fiume Avisio
Sistemazione con demolizione della briglia sul Fiume Avisio per favorire l’ossigenazione e la risalita dei pesci
Il problema degli scarichi fognari incontrollati è un problema e si dovrebbe risolvere a monte, ovvero al totale divieto di scarico ma, di fronte a problemi a volte insormontabili, anche la fitodepurazione è un’ottima soluzione. Ovvero un impianto dove in modo artificiale far defluire le acque provenienti dagli scarichi fognari non autorizzati in siti idonei e con l’apprestamento di tecniche naturalistiche depurare le acque per mezzo di piante capaci di assorbire gli inquinanti indesiderati (potrebbe essere un impianto di cannuccia e giunco di palude, associate con processi di sviluppo batterico e fitoplanctonico). Un processo di metabolizzazione naturale che potrà sicuramente allietare in parte i gravi inquinamenti in essere.
Progetto di fitodeurazione
La scelta delle piante
Piante capaci di assorbire gli inquinanti indesiderati (potrebbe essere un impianto di cannuccia e giunco di palude, associate con processi di sviluppo batterico e fitoplanctonico.
Ancora, a solo titolo di esempio, un possibile intervento a monte del ponte di Via De Gasperi ad Agropoli
L’attuale alveo del Fiume Testene a monte del ponte in via De Gasperi
Intervento di riqualificazione ambientale del torrente Mandola a Calceranica al Lago – TN
Non posso che associarmi da quanto detto e scritto dall’editore Ernesto Apicella, a cui va la mia stima, che propone il Parco Fluviale Testene, Eco Sostenibile spiegando: “Il fiume Testene è un habitat naturale da preservare e valorizzare per evitare, nei prossimi anni, delle inutili, disastrose ed inqualificabili cementificazioni.
Il “Parco Fluviale Testene, Eco Sostebile” ci darebbe la possibilità di recuperare e riqualificare un’area, nel cuore di Agropoli, da valorizzare per lo sviluppo ambientale, sociale ed economico del nostro territorio.”
Purtroppo a volte il buon senso delle cose lo si coglie troppo tardi e penso che siamo in un punto di non ritorno sulle realizzazioni fatte. Ovvero non sia più un intervento sostenibile economicamente riqualificare il fiume Testene e di questo me ne rammarico di cuore di questa occasione perduta. Forse dal ponte in Via De Gasperi a monte.…
Considerata la capacità degli Agropolesi di abbellire ed arricchire il Castello, con tanto verde e piantumanzioni, si può pensare agiscano positivamente a monte del ponte?
arch. Pier Paolo Botteon
Vicepresidente sezione AIAPP TER
Triveneto- Emiglia Romagna