Problema cinghiali, Pellegrino: presto trecento selecontrollori

Il presidente del Parco: stiamo facendo tutto ciò che la Legge ci consente per sconfiggere il problema

Di Katiuscia Stio

Il presidente del Parco: stiamo facendo tutto ciò che la Legge ci consente per sconfiggere il problema

OTTATI. Distruggono i raccolti, causano incidenti stradali, sono portatori di peste suina, il loro passaggio per le vie dei paesi provoca il distaccamento dei massi dai costoni, nuotano nelle acque blu del mare cilentano provocando l’ilarità dei turisti e l’indignazione degli amministratori che non riescono a porre fine alla “piaga cinghiale”, hanno innescato disamine tra i comuni ed il Parco. Qualsiasi proposta atta a contrastare la piaga cinghiale è ben accetta dal Parco che, in questi giorni, sta completando la formazione agli oltre 400 iscritti per il ruolo di selecontrollori che a settembre sosterranno l’esame finale per essere poi funzionali sul territorio, fa sapere il presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, Tommaso Pellegrino. «Da un numero di novanta arriveremo a circa trecento selecontrollori. Stiamo facendo tutto ciò che la Legge ci consente per sconfiggere il problema ungulati- dichiara – I Comuni che vogliono sottoscrivere dei protocolli per i centri di cattura e creare sinergia con l’Ente sono molto graditi». A breve verrà presentato il piano per contrastare l’emergenza. Dai 300 selecontrollori operativi da settembre, ai centri di cattura, alla mappatura dei siti più pericolosi e all’adozione di un piano sanitario per controllare i cinghiali ai fini della vendita delle carni. «Con l’adozione del piano sapremo quanti cinghiali vengono abbattuti, quanti catturati, e soprattutto verranno tutti controllati. La filiera serve anche a muovere l’economia». Ma dal presidente Pellegrino arriva anche un monito a non strumentalizzare il “problema cinghiale” a proprio piacimento, a ricordare sempre che non è il Parco a stabilire le norme sulla caccia, che anni fa, per far fronte alla rarefazione dell’ungulato, la Provincia ne ordinò l’introduzione e non il Parco e, in ultimo, a non forzare troppo e in malo modo la mano sulle informazioni e sull’ utilizzo delle immagini che riguardano gli avvistamenti sul territorio: «ci si attenga alla realtà che ci riguarda» chiosa Pellegrino. E da Ottati, dopo la chiusura al traffico veicolare e pedonale di via Maschio e del parcheggio Don Ettore, a causa del distaccamento massi dalla costa dovuta al “passeggio indisturbato” degli ungulati, il sindaco Eduardo Doddato, che in passato ha posto in essere azioni provocatorie per porre la giusta attenzione all’emergenza cinghiali, loda il nutrito numero dei selecontrollori che da settembre sarà operativo ma sottolinea anche come occorra lo snellimento delle procedure e cercare di arginare quanto prima il problema o il territorio perderà molte altre opportunità. «Il Psr da un grande impulso economico e finanziario ed incentiva le attività agricole, che per le nostre aree interne sono una grande opportunità, di contro però senza una politica di argine del problema cinghiale si disincentiva anche quella. La nostra agricoltura potrebbe essere di nicchia, di eccellenza, ma è frenata dai distruttori delle colture. Se non si risolve il problema perdiamo solo grandi occasioni» conclude.

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