Polemiche su un manifesto del comune. Il consigliere comunale: il Sindaco è in una fase di totale delirio probabilmente dovuta al super lavoro
AGROPOLI. “Fatti e non chiacchiere”. Questa la frase presente sul manifesto firmato dal sindaco Franco Alfieri che annunciava il trasferimento del mercato in località Madonna del Carmine e che ha causato non poche polemiche. Ad alzare i toni il consigliere comunale Emilio Malandrino. “ Da quando siamo in giro per le grandi e piccole città italiane (il tempo suggerisce che son state tante) mai, dico mai, ho avuto l’occasione di leggere un manifesto informativo, come quello di cui da ieri Agropoli è tappezzata, affisso dalla Amministrazione Municipale con “aggiunta” di commenti; fatta, credo, a titolo personale dal sindaco firmatario”.
“La mia impressione – evidenzia il consigliere di minoranza – è che Il Sindaco sia in una fase di totale delirio probabilmente dovuta al super lavoro degli ultimi tempi, al dialogo che si è ultimamente vivacizzato in seno ad una Pubblica Amministrazione da tempo spenta e silente, alla involontaria pressione di una opposizione che, finalmente, ha ritrovato la parola e voce ed esercitando il proprio ruolo si permette di evidenziare criticità, anomalie, disfunzione ed altro.
Delirio, si, perché è poco o nulla edificante istituzionalmente, ancorché poco elegante, inserire una frase del genere su un manifesto che non ha alcuna attinenza con il contenuto dello stesso”.
“Oltretutto – aggiunge Malandrino vorrei ricordare al primo cittadino ed ai tanti agropolesi, che questa serie infinita di manifesti informativo – pubblicitari (forse corroboranti di una campagna elettorale mai terminata) sono pagati da tutti i cittadini-contribuenti della città, e non so quanti di essi li condividono per quantità, contenuti e forma.
In tutte le Città si avviano opere, strade, piazze, rotonde, piccoli interventi pubblici, ma, non per questo, ogni volta si ripete la liturgia dei Comizi, delle benedizioni, delle bande musicali, delle parate di leader e padrini politici, e, a volte, con tanto di fuochi di artificio. Nei comuni più moderni, più attenti, più sobri e più eleganti e non solo istituzionalmente, molte di queste azioni vengono fatte con garbo e con stile, ma ciò, forse, non appartiene al dna di questa classe politica”.
“Ho l’impressione – conclude – che si stia o si voglia avviare una fase di sprint finale la quale ha poca attinenza con la competizione politica vera, in cui, la solidità e l’equilibrio, la calma e la padronanza della ragione ed un profilo basso sono utili strumenti per un confronto meno enfatico e, certamente, più utile ed autentico. Non vorrei che nel vacuo tentativo di accendere la miccia agli ultimi fuochi pirotecnici senza porre la dovuta Attenzione, questi potrebbero, invece, scoppiare nelle mani mano di qualcuno”.