Roscigno, reintegro della consigliera Salvia, prosegue la polemica

Nuovo botta e risposta tra il sindaco Palmieri e il consigliere Rizzo

Di Katiuscia Stio

Nuovo botta e risposta tra il sindaco Palmieri e il consigliere Rizzo

ROSCIGNO. Al manifesto pubblico sull’assoluzione della consigliera Antonietta Salvia, scritto dal consigliere di opposizione Crispino Rizzo, prima e la richiesta inviata al sindaco poi, di reintegrare la stessa alle sue funzioni, risponde il sindaco Pino Palmieri:
«Prima di tutto chi è il titolare dell’azione penale è il Pubblico Ministero ed è lui a decidere se rinviare a giudizio o archiviare. La Salvia non ha mai prodotto atto ufficiale di rinuncia al contenzioso, ma solo una lettera che non dimostrava l’avvenuta rinuncia. Dal 2012 al 2014 ha svolto il ruolo di vice sindaco pur avendo un contenzioso in corso. Il contenzioso è stato rilevato in ritardo, in quanto il fascicolo era stato posto erroneamente (da qualcuno in passato) nel faldone dei contenziosi chiusi. La sentenza penale non annulla la decadenza, ma se la parte si sentiva danneggiata poteva fare ricorso al TAR entro i termini di legge. Nel 2012 quando, ingiustamente, la mia lista perse le elezioni, procedemmo a presentare ricorso alla giustizia amministrativa, poteva fare la stessa cosa. Comunque, visto il manifesto, procederò ad inviare una lettera al pubblico ministero che ha rinviato a giudizio la Salvia per notiziarlo di tutto, perché come si evince dal contenuto viene accusato di aver sbagliato ad attivare l’azione penale.»

«Come al solito Palmieri tenta di confondere le acque. -Ribatte il consigliere di opposizione, Crispino Rizzo- Nessuno ha messo in dubbio la titolarità dell’azione penale, ma una volta che la stessa è stata attivata si deve prendere atto del responso del giudice, altrimenti non si capisce perché il sindaco ha inoltrato formale denuncia, poi la 267/2000 stabilisce con chiarezza le modalità di decadenza che palesemente sono state disattese nel caso di specie, infatti la decadenza viene sancita dalla giunta, non dal consiglio, come la legge impone, forse non si è voluto dare il tempo alla dott.ssa salvia di rimuove le presunte cause di incompatibilità nei 10 giorni che la legge prevede. È vero che la Salvia non ha ricorso al TAR per vari motivi personali ed uno questi potrebbe essere il fatto che ricorrere al TAR costa, e i soldi li deve tirare fuori il ricorrente, di contro, per il comune li cacciano i cittadini. Invito il sindaco ad essere consequenziale: invii al pubblico ministero tutto ciò che ritiene opportuno, ma non pensi che con questo mi intimidisce. Reintegri la dott.ssa SALVIA perché ne ha diritto. Torniamo alla legalità.»

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