Apre il ‘Lapidario Dianense’: raccoglie testimonianze d’età classica, medievale, rinascimentale e moderna

Il museo aprirà i battenti domenica 24 luglio

Di Comunicato Stampa

Il museo aprirà i battenti domenica 24 luglio

Con il taglio del nastro e la benedizione dei locali, verrà aperto al pubblico, domenica 24 luglio 2016, alle ore 18.30, il nuovo museo di Teggiano: il Lapidario Dianense. Nata da un’idea del Direttore del Museo Diocesano, arch. Marco Ambrogi, la collezione d’arte scultorea è stata realizzata dalla Diocesi di Teggiano-Policastro, con il cofinanziamento della Regione Campania, Settore Musei e Biblioteche. L’evento, cui prenderanno parte il sindaco di Teggiano, Michele Di Candia, il parroco don Giuseppe Puppo e don Fernando Barra, direttore Beni Culturali diocesano, vedrà gli interventi di Rosa Carafa funzionaria di zona della Soprintendenza ABAP di Salerno e della stessa Soprintendente, Francesca Casule. Alle conclusioni del vescovo di Teggiano-Policastro, monsignor Antonio De Luca, seguirà una visita guidata al museo ed alla cripta di Santa Venera ed un piccolo rinfresco, offerto dalla Cooperativa Paràdhosis, cui toccherà la gestione del nuovo percorso museale, in aggiunta a quella della collezione diocesana in San Pietro.

Il percorso di visita garantirà la fruizione degli antichi vani dell’ossario e della cappella di Sant’Eligio, musealizzati, con la possibilità di poter visitare anche la suggestiva cripta di Santa Venera ed accedere alla soprastante chiesa di San Michele Arcangelo. Il museo-deposito è stato concepito come un organizzato lapidario, che raccoglie le testimonianze teggianesi storiche d’età classica, medievale, rinascimentale e moderna, pianificate essenzialmente in una sezione romana, una classificazione di capitelli di varia foggia e cronologia, uno stemmario ed il maestoso arco tardo-quattrocentesco dei Malavolta. Questo manufatto litico, di notevole imponenza, fu commissionato per la chiesa di Santa Maria Maggiore a Teggiano, negli anni Ottanta del XV secolo, dalla nobile famiglia dei Malavolta, trapiantata a Diano dalla lontana Siena, per questione di affari.

Alla presenza imponente dell’arco fanno da cornice uno stemmario, che raccoglie chiavi d’arco e sculture con impressi gli emblemi di famiglie patrizie locali e di alti prelati ed una collocazione su mensole, nello spazio dell’ossario, di interessanti capitelli medievali e rinascimentali, tra cui spiccano elementi decorativi zoomorfi, antropomorfi e fitomorfi, oltre a due capitelli d’età federiciana. Lo spazio voltato a crociera, un tempo portico d’accesso, è stato dedicato all’arte classica, con l’esposizione di un’iscrizione funeraria che riporta il nome di Tegianum, di un telamone e di una statua acefala, oltre ad alcune imagines maiorum ed altre sculture romane. Del patrimonio del Lapidario Dianense fanno parte anche una lastra tardo-quattrocentesca con la rappresentazione dello stemma della casata d’Aragona, un leone stiloforo, una scultura di guerriero ed una lastra di tabernacolo, oltre ad un quadrante d’orologio del Settecento.

Un altro tassello storico-artistico si aggiunge al già cospicuo patrimonio monumentale e che la Diocesi di Teggiano-Policastro dona alla città-museo, raddoppiando gli spazi espositivi dedicati all’arte sacra dianense.

Condividi questo articolo
Exit mobile version