“C’è una gioia nei boschi inesplorati,
c’è un’estasi nella spiaggia solitaria,
c’è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo,
e c’è musica nel suo boato.
Io non amo l’uomo di meno, ma la Natura di più….”
George Byron.
Inizia così la nostra seconda domenica di Luglio: alla scoperta di luoghi inesplorati lungo la costa dei Trezeni, questa volta in maniera insolita non per via terra, ma per mare.
Dalla spiaggia della marina del porto di Agropoli, ci cimentiamo a salire sulle nostre canoe per ammirare la costa dal mare, prendiamo il largo e dopo un primo tratto leggermente difficoltoso dove le onde si infrangono sulla scogliera del porto, raggiungiamo la prima tappa, lo scoglio di San Francesco.
Una breve sosta e poi via, fino allo scoglio del Sale nella meravigliosa baia di Trentova. Lo scenario è fantastico, osservare la costa dal mare e il luccichìo delle creste delle onde del mare crea un’atmosfera magica, quasi surreale. Poter osservare la costa che si specchia nel limpido fondale non ha prezzo. Raggiungiamo così la piccola baia dei Trezeni, una spiaggetta isolata dove le uniche a farci compagnia sono un gruppetto di barche in sosta. Finisce qui il nostro viaggio per mare. Areniamo le nostre canoe per un bagno rinfrescante per poi iniziare una nuova avventura, questa volta per via terra.
Trezene (in greco Τροιζήν) era un’antica città greca dell’Argolide orientale. Fu il punto di transito tra le popolazioni doriche e quelle attiche.
Probabilmente, la nostra costa chiamata costa dei Trezeni sta a testimoniare il passaggio di questa popolazione.
Questa terra, un tempo battura dagli antichi Greci e Romani, conserva un grandissimo valore storico-culturale: l’area di ‘Trentova-Tresino’ , infatti, è una zona ad alto valore archeologico-naturalistico dichiarata dall’ Unione Europea Sito di Interesse Comunitario, inclusa tra le aree a riserva integrale del Parco Nazionale del Cilento.
In località Savuco di Agropoli gli studiosi individuarono un muro del III sec. A.C. identificato come muro di terrazzamento romano del tempio dedicato a Poseidone, una tomba bisoma, vasellame e monete imperiali. Alcuni ritrovamenti subacquei confermano che l’insenatura del Vallone era utilizzata dalle navi greco-romane come approdo e che il monte Tresino era luogo di dimora estiva dei patrizi romani.
Nel Cuore del Tresino troviamo il “villaggio abbandonato” di San Giovanni. Dopo la caduta dell’impero romano e le incursioni barbare che depredarono e devastarono tutto, la vita si spostò dalle coste al promontorio. Il vescovo di Capaccio, Giovanni, al fine di rendere i territori popolati nel 957 vendette tutta l’area del Tresino ad un tale Ligorio, mercante di Atrani. Il mercante fece ricostruire dalle fondamenta la vecchia chiesa di San Giovanni ed intorno ad essa sorse un villaggio. Nel 1069 il Tresino diede i natali a San Costabile Gentilcore, abate della Badia di Cava dé Tirreni venerato come santo dalla Chiesa Cattolica.
Successivamente la chiesa di san Giovanni divenne monastero benedettino ed il villaggio attorno si fece più grande. Il feudo restò in possesso della badia di Cava fino al 1412 poi passò di feudatario in feudatario. Tutti i padroni utilizzarono il Monte Tresino per la produzione di prodotti alimentari destinati ad essere esportati e venduti. Dal porto che fu creato nella sottostante radura partivano le navi dei mercanti, dei monaci, dei marchesi per i porti di Vietri, di Amalfi, dei paesi orientali, cariche di prodotti locali.
Ad oggi l’area, fatta eccezione per pochissimi insediamenti privati, qualche pastore e raro escursionista è abbandonata a se stessa.
Il nostro percorso continua: giunti alla baia percorriamo un breve tratto tra gli scogli per raggiungere l’area pic nic, dove tra un ballo e una cantata consumiamo il nostro pranzo. Stanchi ma felici riprendiamo il nostro cammino per raggiungere la baia di Trentova attraverso il sentiero che costeggia il mare.
Il Monte Tresino è un’area naturalistica di 1339 ettari che si eleva fino a 356 metri s.l.m. Costituisce un’estrema propaggine del Monte Stella che discende fino alle acque del mar Tirreno ed è ricompresa nei comuni di Agropoli e Castellabate , nel parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Lungo la sua costa si trovano diverse piccole cale naturali, tra cui quella del Saùco (il cosiddetto Vallone), in prossimità di punta Tresino e alcune grotte marine, presso punta Pagliarola. Il mare di Tresino è anch’esso sottoposto a tutela, come area marina protetta Santa Maria di Castellabate, sui cui fondali sono presenti estese praterie di Posidonia.
La vegetazione dell’area è costituita da una macchia mediterranea ricca di lecci ,carrubi, pini marittimi, mirto,corbezzolo, lentisco, rovo di more, ginestra comune, erica arborea ed altre piante officinali. Il toponimo Tresino deriva forse dalla presenza di tre seni ossia di tre rientranze della costa (i seni del Saùco, di Stajno e del Lago) frequentate fin dall’antichità e dal medioevo.
In località Saùco, presso punta Tresino, sono stati rinvenuti i resti di una villa romana e di una tomba bisoma del III secolo a.C. Nella zona denominata Marinelle tra punta Tresino e punta Pagliarola era invece il porto medioevale di Stajno. Sulla costa sono ancora visibili i ruderi della torre angioina edificata nel 1277 nei pressi di punta Tresino e della torre aragonese dei Zappini nei pressi di punta Pagliarola.
L’area è attraversata da diversi sentieri che offrono la possibilità; di effettuare escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo. I principali sentieri, attrezzati anche come percorsi botanici, sono quelli tra Trentova e zona Lago (sentiero marino) e il sentiero “Lago, Tresino, San Pietro” (sentiero interno, 9,1 km). Partendo dall’area che sovrasta la baia dei Trezeni, dopo un breve tratto in leggera salita si giunge ai ruderi della torre medioevale di punta Tresino. In alternativa, sii giunge ad un bivio ben chiaro, da cui si può risalire il cosiddetto sentiero del principe che passa davanti ai ruderi di antiche masserie e giunge fino al villaggio abbandonato di San Giovanni, da cui si può proseguire verso la Zona lago di S. Maria di Castellabate con la sua bella spiaggia e il boschetto di pini d’aleppo, o tornare indietro seguendo un percorso ad anello che, giunto alla Torre di Tresino, ritorna per la sterrata alla baia di Trentova.
Si ringrazia l’associazione Kayak di Agropoli, la Cilento trail trek e cilentano.it