La Banca Monte Pruno tra le banche aderenti
Si stanno intensificando le trattative e le attività finalizzate alla creazione del secondo gruppo bancario cooperativo sotto la guida di Cassa Centrale Banca.
Quest’ultima, infatti, ha manifestato la sua disponibilità ad essere al vertice della struttura alternativa al gruppo bancario che, invece, vede ICCREA alla guida.
Sono circa cinquanta le BCC, tra cui la Banca Monte Pruno, che hanno dato il via libera, aderendo alla creazione di questo secondo gruppo bancario cooperativo.
Molto vivo ed intenso è il dibattito che sta caratterizzando una fase molto delicata per il futuro delle Banche di Credito Cooperativo italiane. A breve è attesa l’emanazione da parte della Banca d’Italia della normativa secondaria, decisiva per la concretizzazione della riforma delle BCC.
Proprio durante la recente Assemblea dell’ABI, per l’appunto, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha confermato come sia imminente, forse già entro la fine del mese di luglio, l’avvio delle consultazioni delle norme che caratterizzeranno nel dettaglio la riforma.
Non si sono fatte attendere, inoltre, le dichiarazioni di replica dellaBanca Monte Pruno e della BCC di Aquara alle affermazioni diLucio Alfieri, Presidente della Federazione Campana delle BCC,sulla necessità di far nascere un gruppo bancario unico. A conferma dell’indirizzo comune, le due BCC dirette da Michele Albanese ed Antonio Marino hanno votato contro alla costituzione di una capogruppo unica, durante l’ultimo Cda svoltosi presso l’ente federativo salernitano.
“La nostra azione non si arresta ed è ancorata ai principi che promuoviamo da un anno e mezzo. Un’unica capogruppo nella quale confluiscano tutte le BCC– ha sottolineato il Direttore Generale della Banca Monte Pruno Michele Albanese – porterebbe ad una situazione di assoluto monopolio nel credito cooperativo italiano, senza salvaguardare, in primis, i benefici derivanti dalla concorrenza. In questa situazione le scelte e decisioni imposte dalla capogruppo saranno obbligatorie per tutte le banche aderenti con le dovute conseguenze economiche e sociali sui nostri territori. Il principio di autonomia correlato alla rischiosità della singola BCC verrebbe cosi depauperato, in quanto, la banca non potrà opporsi, in alcun modo, alle scelte imposte dal centro. Il rischio, infatti, di una unica capogruppo è che le singole BCC diventino esclusivamente sportelli di un unico gruppo bancarioche, in virtù del monopolio raggiunto, pianificherà le proprie azioni non tenendo conto delle specificità delle singole banche. Aggiungo che nessuno, né Banca d’Italia né il Ministro Padoan hanno mai parlato, giustamente, di gruppo unico. Ritengo, in perfetta coerenza con i principi da sempre espressi con diversi colleghi di altre BCC tra cui Antonio Marino della BCC di Aquara, che debba essere preservata l’autonomia delle BCC virtuose e che alla guida della capogruppo vi siano solo persone che provengono da BCC prive di criticità. Tali obiettivi possono essere raggiunti solo con la presenza di due o più capogruppo che assicurino equilibrio, ma anche democrazia all’intero movimento”.