Celebrata la quarta maxi-udienza del processo dei sub morti a Palinuro

L'udienza è durata quasi dieci ore. L'accusa: troppe persone nella grotta, sono mancate le condizioni di sicurezza.

Di Comunicato Stampa

L’udienza è durata quasi dieci ore. L’accusa: troppe persone nella grotta, sono mancate le condizioni di sicurezza.

Si è tenuta ieri, nell’aula Falcone-Borsellino del Palazzo di Giustizia di Vallo della Lucania, la quarta maxi udienza relativa al processo dei quattro sub morti nella Grotta degli Occhi di Palinuro. A processo gli istruttori e il gestore del diving che organizzò l’immersione che nel giugno del 2012 provocò la morte di quattro sub nelle acque di Palinuro. Il gup del Tribunale di Vallo della Lucania, dopo circa due anni di indagini preliminari, dispose il rinvio a giudizio per omicidio plurimo colposo di Roberto Navarra, gestore del diving che organizzò l’escursione, e degli istruttori romani Marco Sebastiani, Stefano D’Avack e Annalisa Lupini.
Nell’immersione, morirono un avvocato romano, Andrea Pedroni, la guida Douglas Rizzo e due turisti, Susy Cavaccini – salernitana trapiantata a Roma – e Panaiotis Telios. I quattro rimasero intrappolati nella «Grotta degli occhi», perdendo l’orientamento a causa del sollevamento di fango all’interno della cavità e morendo asfissiati.
L’udienza è durata circa dieci ore. E’ iniziata alle nove del mattino e terminata alle diciannove. Sono stati ascoltati due testi della parte civile ed un teste della difesa di D’Avack. Escussa, la compagna Sheila Mariani di Douglas Rizzo, la guida morta insieme ai tre sub. Escussa, altresì, Marta Santuari, la speleo subacquea che insieme a Fabio Barbieri, effettuò per prima la penetrazione in cavità, recuperando alcuni cadaveri. Infine, escusso, il compagno della sorella dell’imputato D’Avack, uno dei due istruttori romani rinviati a giudizio.
Durante l’udienza, è emerso, che nella Grotta degli Occhi, far immergere un numero di subacquei superiore a cinque, non consentirebbe lo svolgimento della immersione in totale sicurezza. E, che, pertanto, il numero dei subacquei in grotta avrebbe probabilmente determinato la perdita di orientamento e l’ingresso nel fatale ramo infangato (nel quale vennero recuperati i cadaveri dei sub) definibile come grotta. Sia la caverna che la grotta, per essere esplorate, necessitano di specializzazioni particolari e di una comprovata esperienza subacquea.
In aula, presente per la famiglia del giovanissimo Telios, gli Avv. Silverio Sica e Benedetta Sirignano, i quali all’esito dell’udienza hanno affermato “lo spaccato evolutivo dei dati emersi, evidenzia, ancora una volta, la natura di questo incidente come un sinistro ove non c’è fatalità, bensì una connessione di azioni ed omissioni che sommate tra loro hanno determinato i fatti oggetto di causa”.
Fissata la prossima maxi udienza al prossimo 9 settembre per l’escussione di altri testi di parte civile e dell’imputato Navarra.

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