Terminata ieri la visita dei partner del progetto comunitario Agrispin nel Cilento.
Si è conclusa nella tarda mattinata di venerdì 24 giugno la visita in Cilento dei partner del progetto comunitario “Agrispin”. Quindici esperti internazionali di vari settori sono stati ospiti della placida cittadina di Ceraso, presso il Centro di Alta formazione di recente inaugurato all’interno della rinnovata struttura dello storico Palazzo Di Lorenzo.
Durante la visita, il cui fine era quello di valutare il Bio-distretto quale modello innovativo per l’agricoltura europea, gli esperti hanno potuto toccare con mano le numerose eccellenze del Bio-distretto Cilento. Le pratiche più virtuose della tradizione culturale e produttiva cilentana sono state piacevolmente “metabolizzate” dai vari delegati Agrispin nel migliore dei modi, venendo a contatto con realtà di alto livello, non ultima quella delle sane prelibatezze gastronomiche locali.
Le istituzioni hanno assicurato la loro attiva presenza durante i 3 giorni di attività, mostrandosi ancora una volta sensibili alle invitanti prospettive che la Rete Internazionale dei Bio-distretti (International Network of Eco-regions, IN.N.E.R) può assicurare al territorio. Il presidente della Rete, Salvatore Basile, e il presidente del Bio-distretto Cilento, Emilio Buonomo, sono apparsi decisamente soddisfatti dei numerosi e articolati input scaturiti dall’iniziativa.
Il simposio finale tenutosi il venerdì mattina ha visto la presenza dell’onorevole della Commissione Agricoltura Alessandra Terrosi (firmataria di un disegno di legge sul biologico in cui vengono inquadrati anche i bio-distretti) e di Serena Angioli, assessore regionale alla Cooperazione europea (che ha seguito con attenzione l’evolversi del progetto Agrispin). Il “padrone di casa” Gennaro Maione, sindaco di Ceraso, ha fatto sentire il proprio supporto alle iniziative di questi giorni con ben mirati interventi, così come avevano fatto nei giorni scorsi il sindaco di Castelnuovo Cilento Eros Lamaida e il sindaco di Pollica Stefano Pisani.
Il mondo accademico, dell’istruzione e della formazione ha dato anch’esso un contributo di rilievo e qualificato per un approccio sistemico alla realtà dei bio-distretti. Molto apprezzati, tra i tanti, i contributi di Cesare Zanasi, dell’Università di Bologna, di Patrizia Pugliese e Lina Al Bitar del CIHEAM – Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari e di Domenico Nicoletti dell’Università di Salerno, docente proprio di “Gestione e Salvaguardia delle Aree Protette”.
Particolarmente significativa è stata anche la partecipazione ai lavori di Alberto Sturla del CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, organizzazione che riveste un ruolo di primaria importanza nell’attuazione del “Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico”, approvato dal Ministero dell’Agricoltura lo scorso 24 marzo, nel quale per la prima volta viene riconosciuto il ruolo strategico dei bio-distretti.
A testimonianza della vivacità del Bio-distretto Cilento si segnalano i preziosi contributi forniti alla discussione da Tommaso Chirico e Maria Rosaria Nese della Fondazione Alario per Elea Velia, che hanno tra l’altro introdotto Kibs lab – il Centro sperimentale di sviluppo delle competenze nell’area del customer relationship management (CRM) e dei servizi avanzati, e di Anna Nigro e Ornella Mastrogiovanni promotrici della Cilento’s Card (www.cilentos.com), che mette in rete molti operatori cilentani offrendo loro anche servizi di e-commerce. Le grandi potenzialità turistiche del bio-distretto sono state invece evidenziate da Giuseppe Di Bello dell’Archeotrekking (www.archeotrekking.net), da Simona Ridolfi dell’associazione “La Via Silente” (www.laviasilente.it), Alain Di Stefano dell’associazione “Terra Mia” (www.cilentoterramia.it) e da Luigi Senatore Jaia viaggiatori consapevoli (www.jaia.it) che insieme ad IN.N.E.R. sta lavorando alla certificazione agro-ambientale-sensoriale dei bio-sentieri.
In attesa dell’elaborazione del Report finale della missione Agrispin, gli esperti comunitari hanno anticipato nel corso del simposio finale alcune delle loro conclusioni rispetto all’innovatività ed alle funzioni svolte dal “modello bio-distretto”:
1. valida alternativa sostenibile al modello globale dominante;
2. nuovo modello di impresa per le generazioni future;
3. processo di “rinascita rurale” dei territori;
4. condivisione dell’identità territoriale, per esempio nel caso del Bio-distretto Cilento legandola fortemente al modello della Dieta Mediterranea;
5. alto potenziale legato alla ricchezza ed alla bellezza del paesaggio;
6. coinvolgimento delle nuove generazioni.
Interessanti anche le proposte formulate per lo sviluppo futuro del bio-distretto: formazione volta a sviluppare le nuove abilità e competenze di supporto alla crescita delle reti, strategie comunicative in grado di coinvolgere tutta la comunità locale, creazione dei Gruppi Operativi del Partenariato Europeo per l’innovazione (PEI), strategia di lungo periodo volta ad incrementare il valore economico del bio-distretto, continuare a lavorare sullo sviluppo di indicatori per il monitoraggio e la misurazione degli impatti del bio-distretto sul territorio (proseguendo con il lavoro realizzato dall’Università di Bologna, dallo IAMB e da INNER nell’ambito del progetto Dimecobio, promosso dal Ministero dell’Agricoltura).
La Rete Internazionale delle Eco-regioni, a conti fatti, ha ancora una volta dato la sensazione di poter essere un modello virtuoso per l’ambiente e l’economia a livello planetario.