Il deputato del Pd Simone Valiante ha chiesto al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervenire per garantire “adeguati livelli di assistenza sanitari”
Il nuovo piano ospedaliero varato dalla Regione Campania “risulta fortemente penalizzante, contraddittorio e foriero di disparità tra i comuni della regione”. E’ quanto sostiene il deputato del Pd Simone Valiante, intervenuto a difesa del nosocomio di Roccadaspide, tra i più penalizzati dalla riorganizzazione sanitaria. Il caso è stato oggetto di una interrogazione presentata al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Questo il testo dell’interrogazione:
Al Ministro della salute — Per sapere – premesso che:
la regione Campania – con deliberazione di giunta regionale n. 600 del 1 o dicembre 2014 ha individuato i comuni lontani dai servizi essenziali (scuola, sanità, mobilità), aggregandoli in 4 aree cosiddette interne della regione, tra cui quella denominata Cilento interno, che ricomprende 29 comuni, tra cui il comune di Roccadaspide;
con decreto del commissario ad acta n. 33/16 del 17 maggio 2016, ai sensi del decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2016 è stato approvato il nuovo piano ospedaliero della regione Campania;
il nuovo piano regionale di programmazione della rete ospedaliera di cui sopra risulta fortemente penalizzante, contraddittorio e foriero di disparità tra i comuni della regione;
il nuovo piano ospedaliero nega al presidio ospedaliero di Roccadaspide la classificazione di ospedale di base sede di pronto soccorso, pur rispettando lo stesso tutti gli standard previsti dalla legge e godendo dei requisiti necessari per la relativa classificazione e riduce i posti letto dall’attuale numero di 70 a soli 20 comprensivi del pronto soccorso;
il presidio ospedaliero di Roccadaspide dispone attualmente di 70 posti letto, e dei seguenti reparti: pronto soccorso, anestesia e rianimazione, medicina generale, lungodegenza, chirurgia generale e d’urgenza, ortopedia e traumatologia, cardiologia-Utic, oltre ai servizi di endoscopia chirurgica (colonscopia – rettoscopia e gastroscopia), patologia clinica, radiodiagnostica, tac, unità raccolta sangue, farmacia e postazione 118;
il presidio ospedaliero di Roccadaspide insiste nella realtà territoriale comprendente (la Valle del Calore, degli Alburni, del Cilento e dell’Alento) in un territorio interamente montano con caratteristiche geomorfologiche difficilissime ed estremamente disagiate, una rete viaria del tutto fatiscente ed una popolazione prevalentemente anziana;
l’ospedale garantisce assistenza ed adeguata risposta sanitaria ad una popolazione di oltre 22 comuni su oltre 770 chilometri quadrati;
il presidio ospedaliero di Roccadaspide non ha alcuna incidenza sulla formazione del disavanzo, in quanto serve un territorio completamente privo di strutture sanitarie pubbliche e private;
la rete viaria locale risulta assolutamente deficitaria comportando l’impossibilità per i cittadini di rapidi collegamenti con altri presidi ospedalieri (il più vicino dista circa 52 chilometri);
la Conferenza Stato-regioni del 16 dicembre 2010 ha disposto la razionalizzazione e la chiusura dei punti nascita con meno di 1.000 nascite entro il 31 dicembre 2013;
a tutt’oggi esistono presidi ospedalieri che vengono mantenuti come sede di punti nascita sebbene non aventi i requisiti di legge per essere mantenuti, in quanto collocati in zone con caratteristiche geomorfologiche tali da non garantire rapidi accessi ad altri punti nascita;
in un contesto come quello dianzi descritto la necessità di inserire il presidio ospedaliero di Roccadaspide nella tipologia dei presidi ospedalieri di base sede di pronto soccorso è indispensabile anche in virtù della delega prevista dal decreto ministeriale n. 70 del 2016 in relazione alle zone montane e alle isole –:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e se, per quanto di competenza e anche per il tramite del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari, non ritenga opportuno assumere iniziative urgenti al fine di garantire adeguati livelli di assistenza sanitaria, tutelando così il diritto alla salute come sancito dall’articolo 32 della Costituzione.