Narrazione e paesaggio culturale del Cilento in quattro incontri targati KibsLab

Proseguono le attività del laboratorio culturale e creativo promosso da KibsLab.

Di Vince Esposito

Proseguono le attività del laboratorio culturale e creativo promosso da KibsLab.

Parte il 10 giugno un ciclo di quattro incontri su narrazione e paesaggio culturale del Cilento, che propone altrettante occasioni per riunirsi sul territorio, conoscersi e ri_conoscersi, organizzando insieme progetti collaborativi nei settori dell’industria culturale e creativa.
Il primo incontro, intitolato Cinecilento e dedicato al Cilento nell’immaginario filmico, è stato realizzato dal medialab di KibsLab e dall’art space della Fondazione Alario, con la partecipazione di Michele Mordente, che ha presentato la sua collezione di 26 film girati nel Cilento tra il 1926 e il 2013.
Gli appuntamenti culturali proseguono nei prossimi tre giovedì di giugno, con apertura dei lavori alle 18:00, inizio alle 19:00 e chiusura alle 21:00.
Il 16 giugno “Attraverso il Cilento nell’Ottocento. Storie di cammini a piedi e viaggi lenti” – realizzato in collaborazione dal medialab di Kibs, IntoCilento, la biblioteca e l’art space della Fondazione Alario – racconta storie di cammini a piedi e viaggi lenti, con il supporto documentario delle collezioni private di Nicola Ventre e Michele Mordente.
Protagonista il Cilento dal tempo dei re Borboni all’Unità d’Italia e agli anni immediatamente successivi, descritto attraverso un’infografica prodotta dal medialab di Kibs, a cura di Nicola Rizzo; l’esposizione delle tavole dei disegni di Arthur John Strutt (1838), dalla collezione privata di Nicola Ventre; un reading dagli scritti di Craufurd Tait Ramage (1828), A. J. Strutt (1838), Cosimo de Giorgi (1881), Angelo Raffaele Passaro (1879-1882), François Lenormant (1882), da una raccolta ordinata di libri della Biblioteca Alario; l’esposizione di un’illustrazione open source di Edoardo Matania (1829); la proiezione di alcune sequenze dei film dalla collezione privata di Michele Mordente, “Cavalli si nasce” di Sergio Staino e “Noi credevamo” di Mario Martone”, con scene ambientate nel Cilento del 1828, 1832 e 1859; un omaggio finale all’egregio lavoro del Centro di Promozione Culturale per il Cilento e dell’Editore Galzerano.
La nostra storia di “viaggi lenti” prende avvio con una ballata popolare di fine Settecento, la ballata di due compari che se ne vanno esperti per le terre del Cilento antico; prosegue con le lettere di viaggio di un letterato scozzese e un pittore inglese che nella prima metà dell’Ottocento attraversano il Cilento costiero, andandosene l’uno da Paestum a Policastro, l’altro in sette giorni da Paestum a Sapri, mentre dalla macchia spuntano all’improvviso bande di scorridori di campagna, briganti e cospiratori carbonari; continua nella seconda metà dello stesso secolo, a vent’anni dall’Unità d’Italia, con le testimonianze documentarie di uno scienziato pugliese – incaricato dal Regio Corpo delle Miniere di elaborare una mappa geologica del territorio di Campagna e Vallo della Lucania – e di un tecnico locale, che descrive lo stato dell’agricoltura, le colture, i metodi di coltivazione e le condizioni di vita dei contadini del Cilento, nell’ambito dell’inchiesta sulle condizioni della classe agricola in Italia, decretata dal governo del Regno d’Italia con la legge del 15 marzo 1877 (Inchiesta agraria Jacini); si conclude con la prosa seducente di un archeologo francese alla ricerca delle antichità della Magna Graecia che – en passant – visita il sito di Elea-Velia.
Il 23 giugno, il cantiere creativo di Kibs prosegue con “Paestum e Velia. Storie di ferrovie, archeologi e pittori”: nucleo tematico del terzo appuntamento culturale, l’arrivo della ferrovia nel Cilento – e i primi viaggi di fine Ottocento sui treni a vapore, tra stazioni, caselli e ponti ferroviari lungo la tratta Agropoli-Sapri, fino all’elettrificazione della linea degli anni Trenta del Novecento, il raddoppio del binario e la velocizzazione del tracciato del secondo dopoguerra – con focus sulle stazioni di Paestum e Velia, luogo di arrivo di tanti archeologi scesi dal treno per scavare i resti di queste due antiche città della Magna Graecia, patria di due noti artisti del territorio, entrambi pittori, entrambi figli di ferrovieri.
L’incontro – realizzato in collaborazione dal medialab di Kibs, la biblioteca e l’art space della Fondazione Alario, la collezione privata di Costabile Cerone, l’archivio laboratorio di Paestum di Sergio Vecchio, l’archivio di Andrea Guida, IntoCilento – propone una rappresentazione del paesaggio del Cilento attraverso un’esposizione delle foto della collezione di Costabile Cerone sulla costruzione della ferrovia, delle stazioni e dei caselli lungo la tratta Paestum-Agropoli-Vallo-Sapri, oltre ad un’esposizione di foto, disegni e altro materiale iconografico sulla stazione della fantasia, dall’archivio laboratorio di Paestum, corredata dalla presentazione di foto storiche degli scavi a Paestum e Velia negli anni Trenta, Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, alcuni filmati dell’archivio LUCE su Paestum e Velia, una lettura breve di testi raccolti dalla Biblioteca Alario, due corti sui maestri Sergio Vecchio e Andrea Guida, realizzati da IntoCilento e un’infografica curata da Nicola Rizzo.
L’appuntamento finale del 30 giugno – intitolato “Intorno a Velia. Dialoghi all’aria aperta ed esperienze d’arte” e organizzato dal medialab di Kibs e dalla Fondazione Alario, in collaborazione con il comune di Ascea, l’ufficio archeologico di Velia, il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli studi di Salerno, il Fondo di Storia Antica e Archeologica del Golfo di Policastro, ExOrto Danza, l’associazione Flos Carmeli, il musicista Nello Rizzo, IntoCilento – propone la realizzazione di un dialogo corale all’aria aperta su Velia e sui siti archeologici minori di Moio della Civitella, Roccagloriosa, Caselle in Pittari, Policastro Bussentino, Sapri e Palinuro, accompagnato simbolicamente da performance artistiche tematiche.

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